Il governo tecnico Monti nascerà con l’appoggio di Pd e Pdl

di Emma Zampella

Mario MontiROMA. I leader dei due maggiori partiti politici, Pdl e Pd, hanno dichiarato il proprio sostegno all’esecutivo tecnico presieduto daMario Monti.

Ilpresidente del consiglio incaricato ha incontrato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano: sarà un governo senza la partecipazione di personalità politiche. “Il governo sarà ad alta caratura tecnica”, affermano sia dal Pd che da fonti del Pdl.

A corroborare tale tesi anche una nota del Pd che smentisce di aver aperto all’ingresso nel nuovo governo di Gianni Letta – storico sottosegretario alla presidenza del Consiglio negli esecutivi di Silvio Berlusconi -, e di Giuliano Amato – vicino al Pd e ministro nei governi di centrosinistra. “Il Partito democratico sostiene pienamente il governo Monti ma smentisce nel modo più netto la notizia appena uscita e diffusa dalle agenzie di stampa secondo la quale il Pd avrebbe dato il via libera all’ingresso di Gianni Letta e Giuliano Amato”, si legge nel comunicato. Sempre martedì mattina, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha confermato l’appoggio del suo partito ad un eventuale governo guidato da Monti con “grande caratura tecnica” e senza limiti temporali. Al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio incaricato, Bersani ha commentato: “Abbiamo dato conferma di voler sostenere un governo di grande caratura tecnica e non per sostenere meno ma per sostenere meglio”. “Non abbiamo posto un termine” di tempo, ha aggiunto. “Ora non ci vengano a dire che il governo non si fa per colpa del Pd. Non ci vengano a dire: il Pd si sbrighi. Noi quello che dovevamo dire, lo abbiamo detto dall’inizio. Siamo coerenti”, sbottano dal quartiere generale del Pd.

Come confermato, poi, dallo stesso Bersani, se il governo nasce è per durare nel tempo: quindi, secondo gli esponenti della sinistra democratica, nell’agenda del nuovo governo non dovranno esserci solo lo spread e la borsa, ma anche la riforma elettorale, la riduzione dei parlamentari, le riforme istituzionali.

Nel frattempo, Antonio Di Pietro sembra aprire, con cautela, all’ingresso di eventuali figure politiche nel nuovo esecutivo: “Per poterci esprimere nel merito abbiamo bisogno di conoscere la squadra e il programma. Vogliamo sapere qual è il politico. Dipende, se mi mette Ciampi si può dire di no?”. Quanto alle ipotesi Amato e Letta, Di Pietro taglia corto: “Fino a che non ci sono nomi, è inutile dare voti”. Ben più netto Leoluca Orlando: “Se nel governo tecnico ci fosse un Letta, sia che si chiami Gianni oppure che si chiami Enrico, noi diremmo no”.

“Pensiamo che il tentativo del professor Monti sia destinato a un buon esito”, ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, in una breve dichiarazione rilasciata alla stampa al termine del colloquio con Monti a Palazzo Giustiniani. “Abbiamo parlato anche di programma e riteniamo che gli impegni assunti dall’Italia con l’Europa rappresentino il caposaldo del nostro impegno programmatico rispetto al nascituro governo Monti”, ha aggiunto.

L’ex commissario Ue ha detto che intende lavorare a un esecutivo con forte sostegno politico e senza limiti di tempo con un programma di sacrifici per riconquistare la fiducia degli investitori. E questo non è l’unico scontro. Anche perché oggi si è scatenata anche una polemica fortissima su una sua possibile candidatura di Pd e Terzo polo alle prossime elezioni. Proprio quello che il Pdl non vuole. Tant’è che il partito dei berlusconiani gli sta chiedendo una smentita che, per il momento, non arriva. A lanciarla Italo Bocchino (Fli), uno dei più odiati dai Berlusconiani. Poi una pioggia di polemiche. Fini che riprende Bocchino. E Quagliarello che ritorna a chiedere di nuovo la smentita di Monti.

La prima reazione all’intenzione di candidare Monti alla guida di una coalizione Pd-Terzo Polo è di Daniele Capezzone: “Rispondiamo con chiarezza che il tentativo Monti viene messo irresponsabilmente a rischio”. Poi Corsetto: ”Come al solito, c’è chi anziché al bene generale pensa solo al proprio orticello e spera di ricostruirsi uno spazietto. È il caso del Fli e di Bocchino. Peccato che questo disegno, a quanto mi risulta, sia escluso dalla stessa impostazione del presidente Napolitano, in base alla quale nessuno dei componenti del nuovo governo sarà candidato alle prossime elezioni. Ci aspettiamo che il premier incaricato, Mario Monti, escluda senza equivoci questa voce”.

Poi interviene Carmelo Briguglio: “A questo punto la provocazione è servita a portare allo scoperto il Pdl e tutti quelli che ancora sperano nel voto. Capiscano subito che è arrivato il momento di abbandonare ogni doppiezza per dare vita a un governo di ricostruzione nazionale o meglio della Nazione, per rimettere in moto il Paese e recuperare credibilità sui mercati. Chi ancora si mostra indeciso o spera di staccare la spina quanto prima non fa il bene dell’Italia e dovrà risponderne dinanzi agli italiani”.

Ma Fini riprende Bocchino: “Sarà stata anche una provocazione, ma comunque la frase di Italo Bocchino riferita a ‘Il Corriere della Sera’ sulla possibilità che Monti possa essere il candidato premier di uno schieramento da Fli al Pd resta un errore”.

“L’irresponsabilità di certe dichiarazioni avventate, tardivamente derubricate a ‘provocazione’, potrà essere sanata da una rassicurazione del presidente incaricato di non essere disponibile all’ipotesi prospettata”. Lo chiede, per il Pdl, Gaetano Quagliariello: “Monti troverà tempi e modi per fornirla”.

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