ROMA.Un governo tecnico, con personalità di alto valore, “attento all’equità e al rigore”. Dalle parole dei rappresentanti dei partiti “minori”, convocati a Palazzo Giustiniani da Mario Monti, …
… il presidente del Consiglio incaricato di formare il nuovo governo, inizia a configurarsi l’ossatura del nuovo governo: nessun nome, ma alcuni punti fermi, giudicati positivamente dai deputati. Il futuro premier ha lasciato il suo albergo romano intorno alle 9 del mattino alla volta di Palazzo Giustiniani dove ha avviato le consultazioni con gli esponenti dei partiti politici per la definizione di squadra e programma del nuovo esecutivo.
IL “TOTOMINISTRI”. Guido Tabellini resta favorito per sostituire Tremonti, ma il premier potrebbe mantenere l’interim. Per la Giustizia anche il Terzo polo spinge perché venga scelto un ministro che riesca a risolvere il problema della giustizia civile che costa all’Italia ogni anno l’1 per cento del Pil (questa tra l’altro è una richiesta esplicita della famosa lettera della Ue, e in estate, durante il dibattito sulla prima manovra, se ne è fatto interprete anche il vicepresidente del Csm, Michele Vietti).Si fail nome di Piero Alberto Capotosti, in vantaggio rispetto a Cesare Mirabelli (canonista). Per l’Interno si parla sempre di un prefetto (Carlo Mosca oppure una donna, Anna Maria Cancellieri, 77 anni, ex commissario prefettizio a Bologna e appena nominata allo stesso incarico a Parma e già in pensione). Una rappresentanza femminile potrebbe essere assicurata anche da Luisa Torchia, allieva di Cassese, alla Pubblica amministrazione. Al Welfare (a cui sarebbe accorpata la Salute, quindi salterebbe l’ipotesi dell’oncologo ed ex ministro Umberto Veronesi) potrebbe arrivare il giuslavorista Carlo Dell’Aringa. Allo Sviluppo potrebbe andare Carlo Secchi, alle Attività produttive Antonio Catricalà, all’istruzione il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi, mentre alla cultura Andrea Riccardi o l’ex direttore della Normale e archeologo Salvatore Settis.
CONSULTAZIONI. “Pensiamo che Monti realizzerà un governo tecnico con persone di grande valore per giungere poi ad un bipolarismo normale nel segno del bipolarismo europeo”, ha detto Adolfo Urso, deputato del gruppo Fareitalia per la Costituente Popolare (che raggruppa alcuni ex Fli ed ex Pdl). “Crediamo che il nuovo governo debba attuare subito l’agenda concordata con l’Unione Europea e tutte le altre misure necessarie per abbattere il debito pubblico e innescare la crescita. – ha detto Urso – Maggiore rigore e maggiori riforme”. Rolando Nicco, in rappresentanza delle Minoranze linguistiche, ha detto che il presidente del Consiglio incaricato “ha fatto più volte riferimento all’equità sociale”. “Il presidente è stato molto preciso nel programma e noi daremo il nostro pieno appoggio”, ha aggiunto la senatrice Mirella Giai in rappresentanza del gruppo misto, che ha riferito: “Monti non si pone un problema di tempo per il suo programma. Potrebbe arrivare a fine legislatura, nel 2013”. “Siamo pronti a sostenere senza condizioni l’operato di Monti. Abbiamo parlato della necessità di rivolgere lo sguardo alla crescita”, così Daniela Melchiorre, deputata del gruppo Liberal democratici. “Crescita e risanamento sono sforzi contestuali”, ha detto Giorgio La Malfa, che ha incontrato Monti insieme alla Melchiorre. “È evidente lo spirito di fondo che anima il presidente incaricato – ha aggiunto La Malfa – ed è evidente che la missione del governo che si va a formare è ricongiungere l’Italia all’Europa”.
PDL E PD. I due partiti principali, Pd e Pdl, si sono impegnati a sostenere l’esecutivo Monti e saranno ricevuti per ultimi martedì mattina, mentre per il pomeriggio di lunedì è atteso l’incontro con gli “scettici” dell’Italia dei Valori e della Lega. Sia il partito di Antonio Di Pietro che quello di Umberto Bossi avevano dichiarato inizialmente che si sarebbero messi all’opposizione di un governo tecnico, caldeggiando le elezioni anticipate. Durante le consultazioni al Quirinale la posizione è stata mitigata ed entrambi i partiti hanno dichiarato di voler conoscere il programma del governo per poi valutare sui singoli provvedimenti se accordare il proprio consenso. Al termine delle consultazioni – la chiusura sarà alle 15 con le parti sociali – Monti metterà a punto la lista dei ministri da portare a Giorgio Napolitano. Accettando l’incarico dal presidente Napolitano, aveva assicurato di voler precedere con scrupolo e rapidità. I tempi sono stretti, ma il governo tecnico di emergenza non avrà il via libera del Parlamento “in fretta”, come qualcuno si aspettava, allo scopo di limitare al massimo le tensioni sui mercati.
FINI. “Si tratta di consultazioni serie, se tutto era già stato definito Monti poteva tranquillamente salire già oggi al Colle e presentare la lista dei ministri. Invece ci sono da sciogliere nodi di carattere politico e non solo la lista dei ministri, che è la cosa più facile”, ha detto Gianfranco Fini intervistato da GR Parlamento. “Monti vuole anche sentire le parti sociali, il che mi sembra una cosa molto positiva. – ha aggiunto il presidente della Camera – La mia previsione è che il governo nascerà entro venerdì e riceverà la fiducia da entrambi i rami del Parlamento”. Per la terza carica dello Stato, Monti è anche consapevole della necessità di “avere un collegamento con i gruppi parlamentari”, anche se sa che “c’è contrarietà all’ingresso di politici del governo da parte di Pd e Pdl. Credo che agirà tenendo conto di questo”.
D’ALEMA. Con le dimissioni di Berlusconi e l’incarico a Monti si apre una partita delicatissima, tutta da giocare. “Se si coglie l’occasione per mettere mano a riforme significative, il ruolo della politica ne sarà rilanciato”, ha affermato Massimo D’Alema, sottolineando la necessità, accanto alle riforme economiche, di una nuova legge elettorale. Tema toccato anche da Gianfranco Fini: “Da gennaio il tema della legge elettorale torna ad essere centrale nel dibattito politico” visto che ci sarà la sentenza della Corte costituzionale sul quesito referendario.
NAPOLITANO: “CRISI CRUCIALE”. Quella in corso è “una crisi delicatissima e cruciale”, ha ricordato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale, spiegando di non poter partecipare oggi alla sessione autunnale del Consiglio esecutivo del Pam: “Conto che comprenderete come la delicatissima e cruciale crisi di governo apertasi in Italia mi impegni in modo tale da impedirmi di essere questa mattina con voi”, scrive il capo dello Stato.