NAPOLI.Ha tentato di reagire a una rapina, ma è stato ucciso dai malviventi il giorno del suo onomastico. E’ accaduto verso la mezzanotte a Santa Maria La Carità, piccolo centro nei pressi di Castellammare di Stabia.
A perdere la vita uno studente di 27 anni, Carlo Cannavacciuolo. Il giovane era uscito per festeggiare la ricorrenza con la fidanzata 25enne e aveva parcheggiato la sua Fiat Panda in una strada piuttosto isolata, via Ponticelli, quando almeno due banditi con il volto coperto e armati di pistola si sono avvicinati. Uno dei due ha infranto un finestrino della vettura con il braccio provocando la reazione istintiva di Cannavacciuolo che ha tentato di fuggire inserendo la retromarcia. A quel punto uno dei rapinatori ha fatto fuoco ferendo mortalmente il giovane alla tempia destra. Attualmente sono in corso interrogatori e posti di blocco in tutti i comuni limitrofi e in particolare a Castellammare di Stabia.
Le indagini delle forze dell’ordine mirano a risalire all’identità dei malviventi. La fidanzata del giovane, anche lei studentessa universitaria alla Federico II, in forte stato di choc, è stata ascoltata dai militari della compagnia di Castellammare. A terra, in via Ponticelli, restano i vetri dell’auto, infranti dai proiettili, mentre spunta un altro testimone, oltre alla ragazza. Si tratta di un uomo che vive nella zona: “Ho sentito due colpi di pistola” dice, mentre un vicino racconta di altri colpi messi a segno dai malviventi. “Questa è una zona a rischio. Già in passato – spiega – ci sono state altre rapine. In casa mi hanno derubato due volte con la tecnica dello spray al sonnifero”.
Anche il padre di Carlo Cannavacciuolo, Giovanni, ex agente di polizia in pensione, conosce la strada teatro dell’aggressione mortale: “Quello è un posto maledetto – dichiara all’Ansa -, dove fanno spesso rapine ed a terra è pieno di siringhe”. L’uomo, che ha lavorato per anni all’ ufficio denunce della questura di Napoli, ha reagito alla notizia con grande compostezza. Una delle piste seguite dagli investigatori è quella di un tentativo di rapina attuato da tossicodipendenti, forse giunti da un altro comune vicino. Santa Maria la Carità, infatti, confina con il popoloso comune di Castellammare di Stabia. Carlo Cannavacciuolo, amante degli animali, stava portando a compimento il tirocinio da veterinario a Pompei. Era il penultimo di quattro figli. I fratelli sono emigrati a Milano, Treviso, ed in Sardegna. La madre, Carmela, è impiegata al Comune di Gragnano. Allegro, appassionato di ballo, campione di liscio, il 27 enne aveva l’hobby della musica e suonava la tromba.
Un precedente avvenne nel luglio del 2008, nella zona di Quisisana (a pochissimi chilometri di distanza dall’omicidio di ieri notte), e fu ucciso Raffaele Gargiulo, di 38 anni. Luomo si era appartato in automobile con un’amica, quando due persone armate si avvicinarono alla vettura. Gargiulo mise in moto lauto per fuggire, ma uno dei rapinatori sparò un colpo di pistola 7,65 che lo raggiunse al cavo ascellare, uccidendolo allistante. Lauto, una Renault Clio, finì fuori strada, mentre i due rapinatori si dileguarono. L’amica della vittima – una donna sulla trentina – rimase illesa.
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