SANTA MARIA CV. A Santa Maria Capua Vetere, in 15 anni, sono stati edificati circa 5-600 ettari di territorio, lequivalente di San Tammaro e San Prisco messe insieme: con il piano casa il processo ha avuto unaccelerazione.
Come consigliere comunale, voglio lanciare un appello per fermare lo scempio del paesaggio, prima che sia troppo tardi. Visto che in tv i plastici per raccontare i crimini più efferati sembrano diventati irrinunciabili, vorrei allora proporne uno di sicuro interesse: una riproduzione in scala di Santa Maria Capua Vetere, unenorme scena del delitto.
Le armi sono il cemento, i centri commerciali, le speculazioni edilizie; i moventi sono la stupidità e lavidità; gli assassini, tutti quelli che hanno responsabilità nel dire sì; i complici sono coloro che non dicono no; le vittime infine sono gli abitanti della nostra città, soprattutto quelli di domani. Stiamo compromettendo per sempre un bene comune, perché anche la proprietà privata non dà automaticamente il diritto di poterla distruggere, sottraendo così terreno alle generazioni future.
Guardandoci attorno ci sentiamo assediati: il cemento avanza, la terra fa gola a potentati edilizi che, nonostante siano sempre più oggetto dimportanti inchieste giornalistiche e in alcuni casi anche giudiziarie, non mollano losso e sembrano passare indenni qualsiasi ostacolo, in unindifferenza che non si sa più se sia colpevole, disinformata o semplicemente frutto di unimpotenza sconsolata.
Del resto costruire fa crescere il Pil, ma a che prezzo! Fa davvero male: Santa Maria Capua Vetere è piena di ferite violente e tutte le forze politiche finiscono col diventare complici se non si impegnano nel dire no quotidianamente. Questa è una battaglia di tutti, nessuno escluso. Intendiamoci, non prendo posizione contro il piano casa, ma contro il suo uso scellerato e speculativo: il solito modo di rovinare le cose, tipicamente italiano. Questo vuole essere un grido di dolore contro il consumo di territorio, di suolo industriale, agricolo in tutte le sue forme: la più grande catastrofe ambientale e culturale cui Santa Maria Capua Vetere potrebbe assistere. E come indebitarsi a vita e indebitare i propri figli e nipoti per comprare un televisore più grosso: niente di più stupido.
Ricordiamoci che, difendendo le piccole imprese e gli agricoltori, non difendiamo un bel (rude) mondo antico, ma difendiamo la nostra città, le nostre possibilità di fare comunità e di vivere un futuro che possa ancora contemplare reale benessere e tanta bellezza.
Carmine Munno, consigliere comunale