SUCCIVO. Su Teverolaccio non siamo mossi da rancore e non vogliamo fare facili strumentalizzazioni, come giustamente e legittimamente fanno alcune forze politiche.
Su Teverolaccio maggiormente siamo mossi da dubbi e perplessità. I dubbi nascono principalmente quando unassociazione come la nostra, o come chiunque altra, non viene resa partecipe ad un processo decisionale così importante come quello che ha interessato Legambiente con Terra Felix.
Diventa lecito pensare che su questo argomento lamministrazione non voleva concedere niente e quello che poteva essere un necessario percorso di democrazia partecipata diviene una prerogativa politica di questa amministrazione che più o meno in modo fiero viene rivendicata. Niente di illegittimo, per carità ma qua nasce una perplessità. Un’amministrazione nata dalle associazioni, sostenuta da associazioni e composta in larga parte da persone formate nellassociazionismo rivendica per se vecchi schemi politici e diviene autoreferenziale? E soprattutto, perché?
Come non riusciamo a capire taluni che, muovendo critiche alla scelta di questa amministrazione di affidare alcuni locali di Teverolaccio a Legambiente, parlano di uso privato di bene pubblico. Noi vorremmo chiedere loro: cosè stato Teverolaccio fino ad oggi nellindifferenza generale? Non è forse stata terra di conquista di pochi e giardino per pochi intimi? E qua i dubbi e le perplessità vanno pari passo con un po di indignazione. Perché ci sono alcuni Enti che hanno avuto il privilegio, non da oggi ma da decenni, di sfruttare un bene pubblico e, soprattutto, perché nellalternarsi delle varie amministrazioni questi sono stati sempre e in tutti modi tutelati? Finanche lamministrazione Papa che in quegli ambienti poteva vedere oltre che degli abusivi anche degli avversari politici, non si è permesso di toccarli quando le loro convenzione sono scadute. Ed oggi anche tra coloro che su Teverolaccio dovrebbero fare prima un profondo mea culpa si vuol far passare come novità la sua natura di bene ad uso e consumo di pochi privati.
Per noi che conosciamo da tempo la natura del Casale, che lo abbiamo amato tanto da renderlo inseparabile da alcune nostre attività di certo non ci scandalizziamo ora che una consuetudine viene legittimata con una convenzione. Piuttosto riteniamo che per parlare seriamente di Teverolaccio dobbiamo toglierci alcuni dubbi. Il dubbio che forse le associazioni che da anni occupano Teverolaccio non lo meritino più di altri. Quindi, nel dubbio azzerare tutto e ridiscutere tout court sugli spazi. Il dubbio che i locali dati oggi a Legambiente non rientrerano nelle competenza di una futura Fondazione. Quindi, nel dubbio annullare e modificare la convenzione di concessione degli spazi. Il dubbio che oltre ad un uso privato degli spazi ci sia anche un uso privato delle attività economiche derivanti dallo sfruttamento di quei spazi.
Quindi, per toglierci ogni dubbio chiediamo a Legambiente di esporre il progetto Terra Felix e allamministrazione, in quanto partner del progetto, di essere garanzia di trasparenza nella gestione e nelluso dei fondi destinati al progetto. Il dubbio che forse di quella famosa Fondazione o Consorzio che doveva gestire i beni pubblici a nessuno interessi più, visto che prima della famosa delibera di convenzione su Terra Felix le associazioni sono state convocate due volte in dieci giorni e dopo neanche una volta. Quindi, nel dubbio convocare immediatamente le parti sociali e chiarire quale sia la volontà di questa amministrazione.
Noi non siamo forzatamente critici, non pensiamo ne che questa amministrazione ne tanto meno Legambiente siano dei mali assoluti, ma queste perplessità sono legittime e, sopratutto, diffuse tra la cittadinanza ma soprattutto se non riusciremo a toglierci questi dubbi sarà impossibile intavolare qualsiasi tavolo di confronto. Noi non vogliamo essere strumentali ma chiediamo che sia per prima questa amministrazione a non esserlo.
ARCI Spaccio Culturale