“Meno Stato più società”, convegno alla Facolta’ di Ingegneria

di Redazione

 AVERSA. “Meno Stato più società. Un impegno dei cristiani per allargare gli spazi della democrazia”. Questo il tema del Convegno che si terrà giovedì 15 dicembre, alle ore 17.30, presso la facoltà d’Ingegneria di Aversa, …

… che vedrà la città normanna incontrare i docenti Giovanni Moro (Uni Macerata), e Roberto Cipriani (Uni Roma Tre). Tema che nasce dalla preoccupante considerazione che sono pochissimi quelli che si accorgono del malessere di una società e se ne spiegano le cause. L’abitudine a consolarsi o a deresponsabilizzarsi, ripetendo “il mondo è andato sempre così”, esclude ogni altra necessaria considerazione. Malraux diceva che l’Occidente ignora l’oppio ma conosce la stampa. Ci sono, oggi, almeno tre campi dell’attività della nostra società che devono svegliare qualsiasi persona responsabile: a) la tecnologia, nata per essere di aiuto, ha asservito l’uomo; b) l’economia, indispensabile per offrire le necessarie risorse, si è snaturata e non esplica più un’equa distribuzione ma funge solo da accumulo per pochi; c) la politica, rivelazione delle capacità e della volontà di “buon governo”, è ormai priva di ogni contenuto etico: l’uomo non ha più il controllo sulle distorte forze del potere.

Dinanzi ad una realtà, diventata inquietante, il cristiano non può restare indifferente né chiudersi in una solitudine intellettuale. Egli sa che, nel nostro tempo, con i grandi sconvolgimenti e le nuove sfide, è di strategica importanza il rapporto dell’uomo con l’altro; l’aver cura,che considera l’amore come interazione da vivere nella relazione con il mondo. Il convegno vuole essere una presa di coscienza, per i cristiani, del proprio dovere di conoscere, di avvicinare, di servire la società nel suo rapido mutamento e di occuparsi dell’uomo quale in realtà si presenta, l’uomo cioè vivo, l’uomo che s’incontra nella realtà quotidiana.

In uno dei testi più nuovi del Vaticano II, La Chiesa nel Mondo Contemporaneo, n.21, si legge: La speranza escatologica non diminuisce l’importanza degli impegni terreni, ma anzi dà nuovi motivi e sostegno dell’attuazione di essi. Si tratta di una presenza attiva, reale e radicale nella società, che avviene in questa esistenza e non in un’altra ideale; il che significa non rassegnarsi all’esistente, ma saper relativizzare tutto ciò che si presenta nel tempo e nello spazio. Il cristiano è un uomo spiritualmente libero, perché la sua attesa escatologica non giustifica il conservatorismo né l’immobilismo che preferiscono la sicurezza del presente alla novità del futuro. Senza rinnegare il valore della storia, separandola dalla trascendenza, egli ridimensiona ogni forma di realizzazione storica. Una fede ridotta a mero enunciato dottrinale o ad aridi principi etici e la reticenza ingiustificabile, dinanzi ai mali della storia e alle strutture di peccato non potranno mai determinare l’aurora di un giorno nuovo. La sua azione, perciò, deve essere modello di una cittadinanza attiva dinanzi al potere delle istituzioni, per affermare il primato della coscienza nella vita sociale. Solo coscienze libere e autonome saranno capaci di trasformare la società con un dinamismo costruttivo, che permetta di conquistare libertà sempre nuove nella ricerca del bene comune.

Nell’affresco di Ambrogio Lorenzetti, riprodotto sull’invito, appare evidente che il Buon Governo non è nell’azione del singolo cittadino. Esso è frutto dell’impegno di quanti hanno la responsabilità del governo, ma anche delle virtù, dei consiglieri, dei vegliardi. In una parola di tutti i cittadini. Il cristiano, che non è sottratto alla responsabilità della storia, è chiamato a un impegno maggiore, dovendo riprodurre nella sua vita prima e nel suo operare poi i presupposti per edificare una città dell’uomo nella quale ci sia spazio per Dio. Questo è il contributo originale del cristiano, affinché la nave della storia abbia un fine verso cui navigare.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico