Frattamaggiore, “Ma che cantata de pasture” al Teatro De Rosa

di Redazione

Teatro De RosaFRATTAMAGGIORE. Il 7 dicembre, alle ore 20.30, la compagnia teatrale “Figli di Medea” presenta lo spettacolo “Ma che cantata de pasture …” presso il Teatro De Rosa di Frattamaggiore (Napoli).

Come il titolo stesso lascia immediatamente intuire, lo spettacolo mette in scena la classica opera “La cantata dei pastori” del gesuita Andrea Perrucci (1651-1704), che fu drammaturgo, teorico della commedia dell’arte, nonché uno dei primi librettisti di opera; e come il titolo stesso lascia immediatamente intuire, lo spettacolo rappresenta la trama e l’intreccio dell’opera originale del Perrucci (la lotta degli angeli contro i demoni che tentano di impedire alla sacra famiglia di completarsi con la nascita di Gesù), apportando al testo originale delle riduzioni e delle correzioni che ne intensificano la resa teatrale. L’elemento di diversità rispetto al testo e alle rappresentazioni dell’opera del Perrucci che fino ad oggi di essa sono state presentate consiste nella scelta di mettere in scena lo spettacolo come se si trattasse non di una “prima” teatrale ma di una sorta di “prova generale” e del conseguente riflesso di tale scelta sul testo stesso dell’opera originale. In tale ambientazione, gli attori recitano sullo sfondo di una scenografia abbozzata su cui spesso intervengono a montarla i tecnici, che svolgono pertanto il loro lavoro sul palco mentre gli attori “provano” lo spettacolo e di tanto in tanto ne diventano spettatori.

Gli attori stessi “entrano” ed “escono” dal personaggio che interpretano: essi presentano sulla scena la loro persona accanto al personaggio che devono recitare e che recitano in modo abbastanza “eterodosso”, con caratterizzazioni alquanto fuori dai “canoni”, da cui allo stesso tempo si allontano di tanto in tanto mettendo in evidenza i loro difetti. In tale ambientazione, infine, gli spettatori si trovano ad interpretare il ruolo di “ospiti” non attesi e, comunque, considerati dagli attori stessi come non presenti in sala: gli spettatori così assistono a quel che accade in una classica prova generale di una qualsiasi rappresentazione, in cui la recitazione può essere interrotta e avviene in modo abbastanza “disteso” rispetto a quella che dovrebbe essere la vera e propria rappresentazione, la “prima”.

L’effetto generale della messa in scena dell’opera del Perrucci proposta dalla Compagnia “Figli di Media” è quello di un consapevole “divertissement” che mette a nudo il senso stesso del teatro moderno occidentale europeo, che separato ormai dalla funzione che svolgeva nell’ambito della comunità politica (Grecia) o di quella religiosa (Roma), si riduce infine a mera distrazione dalla propria condizione dell’uomo, allontanamento dagli affanni quotidiani, svago e tecnica dello svago. interpreti: Mariagrazia Savoia Paolo Fabozzo Monica Iovinelli Carlo Iavarone MEna Iovinelli Marianna Principe Riccardo Torino Maria Migliaccio Nino Fabozzi Isabella Migliaccio. Regia: Gennaro Capasso. Correzioni: Carlo Iavarone.

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