CASERTA.Durante i rilievi all’interno del bunker di vico Mascagni, a Casapesenna, nel casertano, dove mercoledì è stato arrestato il boss Michele Zagaria,la Polizia scientifica ha rinvenuto numerosi oggetti di interesse tra cui un computer il cui esame comincerà nelle prossime ore.
Gli investigatori sperano di acquisire, attraverso i file, dati importanti sulla cosca e i suoi appartenenti. Il pm Catello Maresca che, con gli altri colleghi del pool antimafia di Napoliha seguito le indagini e le ricerche sul latitante del clan dei Casalesi, è tornato giovedì mattina a Casapesenna per un’ulteriore ricognizione del covo e dell’abitazione soprastante.
Tra i reperti, anche un Ipad e un telefono cellulare potranno aiutare gli inquirenti a conoscere i segreti del boss. Inoltre, documenti che i pm ritengono molto importanti, in particolare elenchi di persone e imprese taglieggiate. Zagaria aveva con sè anche due orologi di marca, tra cui un Rolex, 6800 euro in contanti e un ricco guardaroba di cui facevano parte quattro giubbotti griffati. Gli investigatori ritengono che il boss tenesse con sè computer, telefono e Ipad perchè assolutamente certo di non essere catturato.Il boss sarà trasferito al carcere di Novara, al regime del 41bis.
IN PAESE: “CI DISPIACE”. Intanto,a Casapesenna il giorno dopo la cattura del boss circola solo una una richiesta: “Scrivete che ci dispiace che lo hanno arrestato, lo dovete scrivere”. Davanti alla villa dove si nascondeva il boss nessuno ha voglia di parlare. In una casa di fronte, dove qualcuno dice di aver visto la sorella di Zagaria, una signora si affaccia e inizia ad urlare: “Andate ad uccidervi”. E poi la richiesta “dovete dire a tutti che ci dispiace”. In piazza la storia non cambia. Zagaria? “A noi non ci ha fatto nulla di male”. Nella piazza principale del piccolo paese dell’agro aversano, molti esprimono rammarico per quanto avvenuto, ”ora qui nessuno ci darà il pane”.
La cattura di Zagaria |
L’OMELIA DEL PARROCO.
Nella sua omelia don Vittorio, 33 anni, da tre anni a Casapesenna, oggi non ha voluto fare nessun esplicito riferimento all’arresto, a poca distanza dalla chiesa, del boss Zagaria. ”A questa gente non servono i comizi, serve parlare alle coscienze individuali”, ha spiegato prima dell’inizio della messa. Però, dall’altare, il bene, la ricerca del bene, è stato il filo conduttore dell’intera omelia.
LA “RIVINCITA” DI PISANI, ORA”ACCUSATO” A CASAPESENNA. Ec’è anche chi se la prende con Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, coinvolto in un’inchiesta su presunti legami con un imprenditore considerato vicino alla camorra. Per questo motivo, dopo la notifica del divieto di dimora in provincia di Napoli, Pisani era stato trasferito a Roma, allo Sco (Servizio centrale operativo). La sua “rivincita” è rappresentata dal fatto che Zagaria è stato scovato nell’abitazione di Vincenzo Inquieto, detto “Enzo il tubista”, arrestatoper favoreggiamento insieme alla moglie.Si tratta di uno dei fratelli Inquieto, famiglia di Aversa che lo scorso anno si era vista perquisire dalla squadra mobile di Napoli, un negozio e un’abitazione alla ricerca di un covo riconducibile a Zagaria. Fu sventrato l’intero negozio ma del boss e di un bunker nessuna traccia. Tuttavia, l’intuizione della vicinanza di questa famiglia a Zagaria si è poi rivelata corretta.
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