CESA. Acque agitate allinterno dellUdc cesano; sembra, infatti, che la nomina di Cesario DAgostino come portavoce non sia stata gradita da una parte dei componenti della sezione così come sottolinea in una nota Beniamino De Michele.
La povertà di spirito si accompagna spesso a quella culturale. Non riuscire a capire, o non si voluto capire, la differenza tra portavoce e referente, è davvero di una miseria profonda. LUdc durante una riunione tra il sottoscritto e un gruppo precostituito di cavalier serventi dove il loro Re è Cesario Dagostno, visto il perdurare della latitanza del commissario avvocato Comparone, perché la sezione è commissariata, si è deciso di nominare un portavoce e non un referente, perché non poteva essere diversamente, per eventuali consultazioni in occasione della competizione elettorale del 2012.
Questo signore aggiunge De Michele – che ha labitudine di scomparire al termine di ogni competizione elettorale per riapparire alla vigilia di nuove competizioni elettorali, anche questa volta spolverando il suo vestitino di prima comunione si è affacciato, comè suo solido fare, con un bliz sulla scena politica di Cesa. E di questi giorni, la notizia che questo personaggio (dalle mille esigenze) e, chi è stato con me nella Democrazia Cristiana cosa intendo, si è appropriato di un ruolo che nessuno gli ha dato: quello di referente. La notizia, non avrebbe suscitato nessun interesse, se questo, non si fosse sentito autorizzato a tracciare la linea politica del paese, dimenticando che è un Nessuno, che nellUdc di Cesa, nessuno è autorizzato a fare esternazioni se non prima di un deliberato dagli iscritti.
La cosa sorprendente sottolinea lesponente dellUdc – che mi ha fatto capire la pochezza di questo personaggio, è stata lapertura Cesa al Centro, verso questassociazione, solo poche settimane prima, per problemi personali aveva chiuso ogni possibilità di alleanze. Quando ho letto il suo curriculum politico, mi sono reso conto, ricordando il trascorso di questo personaggio che, il problema della nostra sezione non sono gli avversari politici, ma è proprio Cesario DAgostino. Perché affiancato a ogni ruolo ricoperto, avrebbe dovuto affiancare: Ho fallito! Perché ogni cosa che ha fatto e, questo non lo dico solo io, basta chiederlo a un qualsiasi cittadino di Cesa, è stato un fallimento. Certo non si potrà chiedere ai suoi cavalier serventi, perché questi risponderanno: che è Santuomo, padrone dei bidelli e dei bisognosi della pubblica istruzione. Quando DAgostino afferma di aver capeggiato una lista, in occasione di una competizione elettorale, non dice una sciocchezza ma, dovrebbe anche dire che, quella lista, con quei nomi avrebbe vinto contro chiunque, si perse, perché a capeggiarla, cera proprio DAgostino.
Poiché, in quei giorni, sipotizzò anche una vittoria, perché i nomi erano abbastanza forti, di fronte a questo scenario, alcuni cittadini manifestarono la volontà di cambiare residenza, perché non si sentiva rappresentati da questo personaggio. Lunico consiglio conclude – che sento di dare a questo soggetto, in questo momento, è quello di rimettere nel baule il vestitino buono e, continuare ad assistere i bidelli, cosa che sa fare molto bene. Perché, per lui, come non cè stato nel passato, non ci sarà in futuro, per quello che mi riguarda, nessuno spazio per lui.