BELLUNO. Dovrà rispondere di concussione aggravata e continuata, nonché di interruzione di pubblico servizio, il primario di Ostetricia e Ginecologia dellOspedale di Pieve di Cadore (Belluno), arrestato nella mattinata di martedì dalla Guardia di Finanza.
Il primario sessantaduenne, del padovano, chiedeva tangenti ai pazienti per far saltare le liste dattesa della procreazione assistita. Il medico chiedeva fino a 2.500 euro per ridurre a pochi mesi una lista dattesa che, diversamente, sarebbe durata allincirca due anni. Loperazione è partita dopo la denuncia di una donna che aveva ricevuto la proposta da parte del medico. I soldi venivano chiesti ad ogni tentativo di procreazione assistita e gli aspiranti genitori erano costretti a versare il denaro anche più volte prima di riuscire a coronare il loro sogno. Sei le coppie che hanno confermato alle Fiamme Gialle di aver accettato di pagare, ma per la Gdf sono molti altri aspiranti genitori che hanno ceduto, accomunati dalla paura di perdere l’ultima chance per diventare genitori. Nelle mani delle Fiamme Gialle anche un video che ritrae lo scambio di denaro tra una donna e il medico.
Il primario sottolinea il colonnello Francesco Mora, comandante provinciale della Gdf di Belluno faceva leva sulla debolezza psicologica delle coppie che affrontano il difficile percorso della procreazione assistita, mettendo l’accento, per convincere gli aspiranti genitori, anche sulle percentuali di fertilità che diminuiscono in modo esponenziale man mano che passano gli anni.
Il medico, che già dalla prima visita-colloquio si informava sulla disponibilità economica dei pazienti, diceva a questi ultimi che il denaro serviva ai biologi di una società di Bologna, specializzata in tecniche di fecondazione assistita, che collabora da tempo con il centro dell’Ospedale di Belluno, ma risulta che la struttura sia completamente estranea ai fatti illeciti contestati al primario. Luomo si trova ora agli arresti domiciliari.
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