ROMA. E tornato libero per decorrenza di termini Soter Mulè, lingegnere romano accusato di omicidio colposo per aver provocato la morte di Paola Caputo durante una pratica sessuale estrema.
Mulè, 43 anni, era stato arrestato lo scorso 11 settembre quando durante un gioco erotico, messo in atto in un garage del quartiere della Bufalotta, a Roma, con la Caputo e unaltra ragazza romana, aveva legato le due ragazze con la tecnica dello shibari, che consiste nel legare più parti del corpo fino al collo. Durante la tecnica del bondage, la Caputo perse i sensi accasciandosi a terra. Il peso del suo corpo mise in tensione le corde, comprese quelle intorno al collo di entrambe le ragazze, provocando la morte di una e il grave ferimento dellaltra. Il grave errore dellingegnere romano fu quello di non aver tenuto accanto a sé il coltello, come invece la pratica del bondage suggerisce.
Il gip del tribunale di Roma, Marco Mancinetti, aveva poi sottolineato che il gioco non prevedeva alcun effetto di sollevamento mediante la corda al collo delle due ragazze. Mulè era stato arrestato il pomeriggio dellundici settembre con laccusa di omicidio volontario con dolo eventuale, poi derubricata in omicidio preterintenzionale. Il 43enne aveva poi ottenuto gli arresti domiciliari, e lipotesi di reato nei suoi confronti era stata riformulata dal gip in omicidio colposo.
Nelle sette pagine di ordinanza con cui aveva convalidato larresto e disposto i domiciliari di Soter Mulè, il gip aveva evidenziato che da parte di Mulè non vi è stato alcun comportamento di prevaricazione, di minaccia o di costrizione per indurre le due vittime ad accettare di essere legate. In ogni caso, si leggeva nellordinanza quella posta in essere dall’indagato è stata una gravissima imprudenza, contrassegnata dall’aver dato corso a una pratica in cui egli stesso si definisce poco esperto e che è oggettivamente rischiosa.