Manovra, la Camera conferma la fiducia a Monti

di Redazione

Camera ROMA. La Camera conferma la fiducia al governo sulla manovra economica con 495 voti a favore, 88 contrari e quattro astenuti.

Via libera quindi alle modifiche al decreto varate in commissione, poi stasera ci sarà il voto finale a Montecitorio, prima di trasferire il provvedimento al Senato. Il presidente del Consiglio Mario Monti interverrà in aula, alle 19, prima delle dichiarazioni di voto finali sulla manovra, per fare delle comunicazioni, così come chiesto dalla Lega. Lo ha reso noto il presidente dell’assemblea di Montecitorio Gianfranco Fini al termine della conferenza dei capigruppo.

Battaglia in aula tra i gruppi parlamentari prima del voto di Fiducia. Scontro acceso soprattutto tra Pd e Lega, con Franceschini che accusa i deputati padani di aver fatto per 10 anni i “soldatini ubbidienti” e poi aver riscoperto da qualche giorno i diritti delle classi più deboli. “Siete stati saldamente al governo per gli ultimi tre anni e incollati alle poltrone romane per gli ultimi otto anni su dieci e mentre eravate seduti su quelle poltrone non sembravate guerrieri padani…no, sembravate soldatini obbedienti” ha gridato Franceschini tra gli applausi di gran parte dell’Aula. La Lega dal canto suo aveva proseguito lo show parlamentare cominciato nei giorni scorsi. Dopo gli insulti al Senato e i cartelli di giovedì alla Camera, oggi lo “spettacolo” messo su dal Carroccio va in scena ancora a Montecitorio.

Protagonista la deputata Emanuela Munerato. Si alza in piedi, prende la parola e toglie il soprabito: “Mi spoglio dei panni di deputato e indosso la divisa di lavoro che ho indossato fino a due giorni prima di entrare qui”. Maglia arancione e copri capelli bianco, prosegue: “Signor Monti, non le sarà capitato spesso di vedere una divisa da operaia, ma questa è la mia rappresenta milioni di lavoratori disgustati da questa manovra”.

Franceschini è poi ritornato anche sulla questione delle liberalizzazioni in cui ha invitato il governo a fare di più e a indicare i partiti che si oppongono. Il governo del resto non ci sta a passare per conservatore. E punta a riprendere la battaglia sulle liberalizzazioni dopo il primo stop subito dalle lobby di ogni tipo che hanno portato ad attenuare fortemente alcune delle proposte più significative in materia contenute nella manovra.

Dopo Franceschini è toccato al capogruppo del Pdl Cicchitto: “Il nostro è un atteggiamento critico ma non di sabotaggio. Riteniamo che, probabilmente, questa ultima operazione può servire per costruire le condizioni affinchè il prossimo provvedimento del governo sia in funzione della crescita”. Oggi, ha concluso Cicchitto,”per senso di responsabilità votiamo il decreto ma vi diciamo che occorre una seconda fase funzionale alla crescita o rischiamo trovarci in una situazione in cui le contestazioni rischiano di mordere nel vivo della società italiana”.

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