ROMA.“Siamo in un momento molto difficile, stiamo rischiando di rientrare in recessione per cause esterne che ci arrivano addosso”.
Nella mattinata di giovedì il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, ha partecipato agli Stati generali di Confcommercio e ha indicato le cause dei nuovi rischi sulla crescita nella “cattiva gestione di altri Paesi e di organismi”. “Questo ci sta succedendo – ha chiarito Passera – e dobbiamo fare di tutto per evitare di ridiscendere e recuperare velocemente il segno positivo”.
Intanto, arriva da Palazzo Chigi un commento ufficiale che esprime la soddisfazione per l’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione, votato mercoledì alla Camera. Questo passaggio, per il premier Mario Monti, dimostra “la ferma volontà del Parlamento e di tutto il Paese nel proseguire sulla strada del risanamento strutturale della finanza pubblica”. Non solo: “La comune volontà dei Paesi dell’Unione e delle istituzioni comunitarie di garantire durevolmente con norme costituzionali il consolidamento delle finanze pubbliche – dice ancora il capo del governo – è un elemento decisivo per il superamento dell’attuale, difficile, crisi finanziaria che attanaglia l’Europa”.
I vertici della Confcommercio, nel frattempo, hanno detto no a un ulteriore inasprimento dell’Iva: “Non giova alla crescita complessiva” ha detto il presidente Carlo Sangalli nel suo intervento agli Stati generali, rivolgendosi direttamente al ministro Passera. “Non pensiamo che un ulteriore inasprimento della tassazione dei consumi – ha aggiunto – giovi alla crescita complessiva. Anche perché la tassazione dei consumi incide di più sui livelli di reddito medio-bassi, innesca processi inflazionistici, risulta controproducente rispetto all’esigenza di recuperare un’ampia evasione dell’Iva”. Sangalli ha posto l’accento sul rafforzamento degli scenari recessivi per l’Italia e per l’Europa. “L’Italia dei consumi – ha evidenziato il presidente di Confcommercio – è insomma già in recessione”.
Infine, è stata velntilata l’ipotesi che per pagare la montagna di debiti arretrati della pubblica amministrazione nei confronti delle piccole e medie imprese – circa 90 miliardi – si possa ricorrere a titoli di Stato. Sarebbe una delle ipotesi discusse mercoledì sera nell’incontro del ministro Passera con imprese, banche, assicurazioni e cooperative.