Salari, è scontro tra il ministro Fornero e i sindacati

di Redazione

Elsa ForneroROMA.Resta assai teso il confronto tra il governo e i sindacati sulla manovra e sulla riforma del lavoro. All’indomani delle tensioni venutesi a creare sull’articolo 18, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, intervistato da Agorà, su Raitre, fa appello al ministro Elsa Fornero.

“La sfido – dice il leader sindacale – a discutere come alzare il salario ai flessibili e di come il governo debba incentivare fiscalmente e con altri strumenti questa possibilità, questo significa andare incontro ai giovani”. La replica della titolare del Welfare non si è fatta attendere. “In linea di massima è vero che bisognerebbe riuscire ad aumentare i salari perché sono bassi, non è una cosa che ci sfugge. – ha detto la Fornero – Conosciamo questo divario nella distribuzione dei redditi che si è creato negli ultimi anni, ma direi negli ultimi 15-20 anni”, ha aggiunto il ministro a margine dei lavori sulla manovra al Senato.

Il ministro ha poi difeso la manovra nel suo complesso, sottolineando che diversamente da quello del giornalista, concentrato sul momento, il lavoro di un ministro “deve guardare lontano”. “Molti hanno ridicolizzato la riforma delle pensioni per assenza di equità – ha detto l’esponente del governo – ma se avessi mezz’ora potrei con un certo ardore difendere questa riforma, pur sapendo che non c’è la perfezione a questo mondo”. Fornero ha ribadito che la riforma è “molto importante e va spiegata: non è fatta solo di tagli, che ci sono che non sono piccoli e che impongono sacrifici. Ma ci sono anche lati positivi di equità”. E quanto ai giornalisti, non ha rinunciato ad una piccola frecciata: “Possiamo anche dire che la vostra categoria si è avvalsa di certi privilegi, forse per la vicinanza al potere politico. E quindi anche la vostra categoria sta sperimentando un mondo che non fa sconti a nessuno. La parola dura competizione vale per l’idraulico e vale anche per il giornalista. Questo è un richiamo per voi su cui bisogna fare una riflessione.

Ma se sui salari governo e sindacati possono pensare di trovare un terreno comune di confronto, la norma sui licenziamenti continua a far discutere. Una riforma del lavoro può essere fatta senza toccare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori? “Non ci sono cose che sono terreni inesplorati”, ma – ha risposto la Fornero – “nella mia intervista (al Corriere della Sera, ndr) non era proprio citato l’articolo 18: le mie parole erano un invito al dialogo, poi se uno ci legge quello che non era detto, questa non è responsabilità mia”.

I sindacati, però, restano in pressing. e l’avvertimento del numero uno della Cisl Bonanni è chiaro: “Non capiamo che attinenza abbia l’articolo 18 rispetto ai problemi dei giovani o dell’occupazione. È una norma che serve solo a non far commettere abusi alle aziende. Toccandolo si mette a rischio la coesione sociale, e senza coesione sociale una società sbrindellata come quella italiana va in pezzi”. Ancora più critica la posizione della Cgil. “Che bisogno c’era per il governo Monti e per il suo ministro del Lavoro di recuperare il peggio dell’ideologia del governo precedente?”, è la posizione espressa dal sindacato guidato da Susanna Camusso.

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