“Cementificazione”, Guida replica alle critiche di Baldascino

di Redazione

Romualdo GuidaAVERSA. “Grazie per gli apprezzamenti! La minicritica, però, è ingiustificata!”. Inizia con questa affermazione la precisazione di Romualdo Guida, responsabile della società “Corso Normanno”, a Mauro Baldascino

… che, in occasione della presentazione del progetto di recupero del centro storico, fatta nel corso dell’assemblea del movimento politico “Abc”, aveva apprezzato l’iniziativa, criticando, però, la presunta cementificazione per la realizzazione di un auditorium.

“All’inizio del nostro ‘pellegrinaggio’ presso i ‘santuari politici’, iniziato con l’incontro del ‘popolo degli Abc’, – ha dichiarato Guida – fa piacere incassare gli apprezzamenti di una persona impegnata, soprattutto nel sociale, come Mauro Baldascino. Va però chiarito, proprio prendendo spunto dalla ‘critica’ per una presunta ‘cementificazione’, che anche l’uso del suolo libero da edificazione, area ‘incolta’ più che ‘area verde’, fuori le Mura, non è assolutamente una operazione’“scorretta’ dal punto di vista ambientale”.

Partendo da questo assunto, il professionista aversano continua: “Nessuno più di un socio Wwf da lunga data può comprendere quanto sia ‘sacra’ la ‘permeabilità dei suoli’. Non possono essere più tollerate le cementificazioni che per il passato hanno afflitto la città con la realizzazioni dei cosiddetti ‘parchi’ (Argo, Coppola, Cerimele ecc.) che hanno dato sicuramente un ‘alloggio’ a molti ma a scapito della ‘vivibilità ambientale’ realizzando interi ‘quartieri dormitorio’, quasi privi di attrezzature ed ancor più privi di “ossigeno”: il sempre più prezioso ‘verde’! Ovviamente anche il verde va riqualificato. Per la nostra cultura e per l’epoca in cui viviamo, il verde va ‘organizzato’, all’italiana: percorsi tra aiuole ben definite, piantumazioni regolari o a ‘grappoli’ ma rientranti in un ‘disegno’ preordinato. Il tutto completato da opportune ‘attrezzature’ realizzate con materiali ecocompatibili”.

Lo stesso Guida, quindi, ricorda che “nella presentazione del progetto di Piano Attuativo ideato da Corso Normanno srl dicevamo che obiettivo del ‘recupero’ è la ‘rivitalizzazione’ con la ‘ottimizzazione funzionale’ che, ovviamente, non può prescindere dal dare alla città quelle attrezzature che, in chiave moderna, sia in termini fisici che relazionali, sono indispensabili per un buon “funzionamento” della città antica. Un ‘sistema funzionante’ può essere immaginato ipotizzando, immediatamente Fuori le Mura, presso porta San Giovanni, lungo la fascia che costeggia in parallelo via Fuori le Mura, appunto, un moderno ‘Parco per la Città’ nel quale possono essere previste tutte quelle attrezzature che non trovano utile inserimento, per dimensioni ed utenza, nel ‘essuto storico’. Occorre ideare, così, un nuovo ‘propileo’ (Colonnato che costituisce l’entrata monumentale di un tempio, di una reggia o di altro grande edificio) per la città che funga, altresì, da cerniera tra la città antica e la città disordinata degli anni Settanta del secolo scorso: il Parco della Musica (attrezzatura significativa per la città che ha dato i natali a Cimarosa, Iommelli ed Andreozzi!) con auditorium, sale incisioni, sale prove e per lezioni, percorsi museali, ma anche strutture ricettive ed altri servizi compatibili. Un ‘segno forte’, una architettura di pregio, di moderni principi e tecnologie avanzate, la ‘sintesi’ dove si possono vedere esaltati tutti quei significati che provengono dalla Storia e si proiettano nel Futuro celebrando il Millennio Normanno, che cade nel 1022, cui sarà dedicata una ‘riqualificata’ piazza Marconi rinominata Piazza del Millennio Normanno”.

Tutto ciò in sintonia con quanto affermato dal preside della facoltà di Architettura della Federic II, professor Claudio Claudi: “Preoccupa che, mentre sono sempre più frequenti gli allarmi sullo stato del nostro costruito storico, mentre fioriscono iniziative volte a promuovere una cultura della riqualificazione, anche in chiave energetica, si continua ad assistere ad una completa incapacità di passare dalle parole ai fatti in nome di un malinteso concetto di tutela che maschera l’incapacità di creare sviluppo attraverso processi di rivitalizzazione, ma anche rinnovamento, del tessuto edificato. Un recupero urbano che non decollerà mai se non si scardinano definitivamente le logiche di coloro che, con molta demagogia identificano il concetto di conservazione con l’assoluto ingessamento del territorio, soprattutto, ma non solo, nell’ambito del centro antico. Per costoro – continua Claudi – ‘conservazione’ vuol dire impedire ogni cambiamento, di qualsiasi segno esso sia senza operare alcuna distinzione tra parti e valori da conservare mediante azioni ‘attive’ di valorizzazione, restauro e manutenzione, e parti e valori da trasformare per migliorare le condizioni di vita, di sicurezza, di adeguamento agli standard di vivibilità e alle condizioni di civiltà”.

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