Incidente in via Rossa, le accuse dell’Aifvs

di Antonio Arduino

Carmen Di GuidaAVERSA. “Considerando gli sviluppi delle indagini sullo schianto avvenuto nel pomeriggio del 5 gennaio all’incrocio tra via Guido Rossa e via Pastore probabilmente la 15enne Carmen Di Guida, anche se avesse indossato il casco, sarebbe morta comunque.

Ma le responsabilità di questa ennesima vittima della strada che si registra ad Aversa non sono tutte addebitabili ai protagonisti dell’evento, forse ne hanno anche le Istituzioni”. E’ questo il pensiero espresso da Biagio Ciaramella, responsabile della sezione locale dell’Associazione italiana familiari delle vittime della strada, in una nota trasmessa alla stampa, in cui ricorda l’inutilità delle richieste avanzate, quale responsabile del sodalizio, alle autorità per migliorare le condizioni di sicurezza delle strade di Aversa e provincia.

“Numerose sono state le nostre segnalazioni di sciami di moto con guidatore e passeggero senza casco – scrive Biagio Ciaramella – che corrono a velocità folle in strade niente affatto vuote, che circolano controsenso, che invadono i marciapiedi, che creano assembramenti pronti ad esplodere, che bloccano senza alcun motivo il traffico ordinario, mettendo a rischio la pelle propria e quella degli altri che si verificano, in particolare, nei giorni della cosiddetta ‘movida’, trasformando le strade di Aversa, specie se lunghe e asfaltate come via Pastore, in tante piste da corsa per motocicli e autovetture”.

“Ua realtà – continua la nota – in evidente contrasto con l’impegno assunto dalla nostra associazione che intende tutelare la sicurezza stradale e in contrasto con quanto viene realizzato nel lavoro quotidiano dalle forze di polizia preposte al controllo urbano questa associazione fin dallo scorso mese di agosto aveva avanzato delle richieste tese a migliorare la sicurezza stradale incrementando i controlli”.

“Sperando che un maggior controllo riducesse il numero dei morti sulle nostre strade, – spiega Biagio Ciaramella-avevamo chiesto l’installazione di autovelox funzionanti nelle ore serali e notturne lungo strade usate come ‘pista’, preceduti dalla cartellonistica che ne annuncia la presenza; la riduzione del limite di velocità a trenta orari; la collocazione, ove necessaria, di dossi dissuasori, di videocamere. Infine, l’attivazione di un servizio di pattugliamento continuo delle arterie a rischio da parte di tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio”.

“Tali richieste, purtroppo, sono rimaste disattese – sottolinea la nota – ed oggi, dopo l’ennesima vittima della strada, per l’Aifvs sono diventate esigenze improcrastinabili”. “Siamo stanchi – conclude il responsabile del sodalizio – di contare i morti che con impressionate regolarità bagnano di sangue le strade della nostra provincia. E’ ora d’intervenire, almeno per non averne il peso sulla coscienza”.

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