AVERSA. 31 marzo 2013. Entro questa data gli ospedali psichiatrici giudiziari italiani dovranno chiudere i battenti.
Il provvedimento arriva in seguito alla votazione della Commissione Giustizia del Senato, che ha approvato allunanimità un emendamento che dovrà essere confermato dallaula di Palazzo Madama la prossima settimana.
E una conquista ha detto Ignazio Marino, senatore del Pd e presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionaleche da due anni sta svolgendo un lavoro sugli Opg affinché vengano chiusi definitivamente. Possiamo così sperare di superare definitivamente, grazie al favore dellintera Commissione Giustizia e del suo presidente Filippo Berselli, lorrore dei manicomi criminali che tanto ha indignato anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Attualmente sono circa 1500 le persone internate nei sei Ospedali psichiatrici giudiziari italiani (Opg), di cui 446 dimissibili. Ma solo 160 sono stati dimesse tra luglio e novembre 2011, mentre per 281 è scattata la proroga e 5 sono morte.Questi i dati forniti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, che auspica che il governo Monti adotti quanto prima il provvedimento che disponga la chiusura definitiva di questi istituti, viste le condizioni di estremo degrado in cui versano molti di loro. Tra il 1 luglio e 14 novembre 2011, secondo i dati della Commissione presieduta da Ignazio Marino, gli internati degli Opg erano 1404. Di questi 446 (pari al 31,7%) sono dimissibili, ma finora ciò siè verificato solo per 160 di queste persone (cioè il 35% dei dimissibili), mentre per 281 (63%) c’è stata la proroga e 5 (di cui 3 a Barcellona Pozzo di Gotto) sono deceduti. L’opg che ha dimesso più pazientiè stato Castiglione delle Stiviere (40), mentre quelli che ne hanno rilasciati di meno sono stati Montelupo Fiorentino (8) e Secondigliano (19). Il maggior numero di proroghe lo ha avuto invece Barcellona (74), seguita da Aversa (44).
Lopg Filippo Saporito di Aversa è il più antico ed il più grande dItalia. Attualmente ospita circa duecento internati, molti dei quali sono dimissibili ma non hanno famiglie pronti ad accoglierli e, per mancanza di strutture idonee, restano in queste strutture a scontare il cosiddetto ergastolo bianco.