AVERSA. Anche questanno, come di consueto, per le strade di Aversa è sfilata la tradizionale processione di San Paolo, quella dedicata al santo co-patrono della città, in presenza del vescovo, Angelo Spinillo.
La giornata gelida, ma soleggiata, ha consentito ai tanti fedeli di seguire la passeggiata che il Santo dargento ha fatto tra le vie cittadine. Ma in passato la festa del Santo patrono era un po diversa da quella che si vede oggi. Fino ai primi anni 90 la manifestazione sacra era una delle più attese in città. La città normanna si vestiva a festa. I balconi di via Roma venivano arricchiti con drappeggi, tendaggi o semplici tappeti che coloravano lintera arteria. Oggi, così come un tempo, le congreghe procedono il corteo, ognuna indossa il mantello con i colori tipici ed identificativi dellassociazione religiosa. Alla fine, circondato dai parroci delle chiese aversane, sfila il busto di San Paolo, interamente ricoperto da una lastra di argento massiccio. Sfila per il centro storico e fa ritorno nella Cattedrale, sua sede naturale.
Un tempo, invece, luscita di San Paolo, era subordinata alla sfilata di tutti i santi titolari di chiese ad Aversa: sfilava San Francesco, San Biagio, Santa Teresa che apriva la processione, San Donato, San Rocco con il suo fedele cane, San Giuseppe, San Vincenzo, San Luigi e così. Chiudevano, appunto, la processione i due santi dargento, San Paolo e San Sebastiano. In città davvero si sentiva laria di festa e di profumi a metà tra lodore dei carciofi arrosto e lincenso delle candele. Ad ogni angolo le bancarelle con i dolciumi ed i giocattoli ed i venditori di palloncini, e tanta, davvero tanta gente in strada.
A casa gli aversani trovavano il ragù e le polpette (meglio note come le ‘palle di San Paolo’),simbolo pagano di una festa di cui in parte si è perduto il gusto e la tradizione. Tutto cambia ma a volte ci sono cose che davvero non dovrebbero cambiare.