Cosentino “graziato”: la Camera respinge richiesta d’arresto

di Mena Grimaldi

Nicola CosentinoNAPOLI. L’Aula dellaCamera ha respinto la richiesta di arresto per il deputato del Pdl Nicola Cosentino: 309 i voti contrari, 298 quelli a favore.

Prima della decisione del Parlamento, nella mattinata di giovedì, prima del voto, il politico di Casal di Principe, accusato di legami con la camorra, si era detto “sereno e tranquillo”. E ai giornalisti presenti alla Camera aveva anche dichiarato: “Un minuto dopo l’esito del voto e indipendentemente dal risultato rassegnerò le mie dimissioni da coordinatore regionale del Pdl”.

La votazione si è svolta in forma”segreta”, comechiesto dal gruppo Pdl alla Camera. L’Aula ha negato l’arresto con undici voti di scarto. Contro l’esecuzione dell’ordinanzadi custodia cautelare chiesta dalla Dda di Napoli si sono espressi 309 deputati, a favore 298. Nessuno si è astenuto. Il leader della Lega Umberto Bossi non ha partecipato al voto. In tutto, in base ai tabulati, sono stati 18 i deputati che non hanno votato (8 Pdl, 2 Pd, 2 Lega, 1 Udc). Nel voto finale è stato determinante il voto contro l’arresto dei 6 deputati radicali.

Martedì scorso si era riunita la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera che aveva dato il primo ok all’arresto con undici voti contro dieci.A posizionare l’ago della bilancia sull’arresto erano stati i voti favorevoli degli esponenti della Lega, ma nei giorni successivi,al termine di un vertice con l’ex premier Silvio Berlusconi, il leader del Carroccio, Umberto Bossi, ha lasciato ai suoi deputati “libertà di coscienza”.

Decisiva, oltre ai radicali, è stata dunquela Lega Nord. Un atteggiamento manifestato in maniera plastica proprio da Luca Paolini che aveva votato per l’arresto in giunta, manifestando poi perplessità (cosa che lo aveva portato quasi allo scontro con i maroniani). Paolini difende alla Camera Cosentino e il suo intervento strappa l’applauso del Pdl. Il leghista ha associato l’ex sottosegretario a Strauss Khan ed Enzo Tortora, “vittime di errori giudiziari” e ha ricordato che “il nome di Cosentino non compare in nessuno de tre processi di camorra Spartacus I e II e Cassiopea. Nonostante ciò oggi ci viene invece presentato come referente politico nazionale dei casalesi”. Quindi, ha sostenuto Paolini, “non ci sono elementi che valutiamo a favore della richiesta di arresto ma non possiamo essere certi che da parte della procura di sia intento persecutorio. Quindi pur esprimendo posizioni a favore del sì all’arresto la Lega lascia ai suoi deputati libertà coscienza”.

“Da parte della procura di Napoli c’è un violento pregiudizio e accanimento contro di me”, aveva scritto Cosentino in una nota inviata ai suoi colleghi parlamentari in cui definiva l’attività investigativa “ad personam”. Niente dimissioni, tantomeno sospensione dal partito, ritenendosi vittima di un pregiudizio per le sue origini casalesi e per caratteri puramente istituzionali.”Sono un prigioniero politico”, aveva sostenuto.

L’autorizzazione all’arresto di Cosentino è stata chiesta lo scorso 6 dicembre dalla procura di Napoli. Il deputato è indagato in un’inchiesta su collusioni tra camorra e politica e che riguarda vicende di presunte infiltrazioni del clan dei Casalesi. L’accusa è di pressioni su funzionari di una banca perché concedessero un finanziamento a esponenti del clan per la realizzazione del centro commerciale “Il Principe”, a Casal di Principe. Il parlamentare è definito nei capi di imputazione formulati dai pm “referente politico nazionale del clan dei Casalesi”. Risulta indagato (ma non per camorra) anche Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli, il quale, secondo l’accusa, avrebbe accompagnato Cosentino a Roma per sollecitare i vertici della banca.

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