“A noi Schettino, a voi Auschwitz”, bufera su Il Giornale

di Mena Grimaldi

 MILANO. “A noi Schettino, a voi Auschwitz”. Il titolone a tutta pagina de Il Giornale scatena l’ira del web.

L’editoriale, a firma del direttore del quotidiano, Alessandro Sallusti, in risposta all’articolo del giornale tedesco Der Spiegel, secondo cui al comando della Concordia non poteva che esserci un italiano, non è passato inosservato sui maggiori social network come Facebook e Twitter. Divisi tra consensi e rabbia, il popolo degli internauti si è scatenato a tutto tondo. “Ci definisce un popolo di codardi perché gli italiani non sono una razza”, si legge nell’articolo. “Loro sì, invece, e lo hanno dimostrato assieme ad Hitler”.

Una dura replica all’articolo sul naufragio dei tedeschi, che proprio nella giornata della memoria ha creato un impatto emotivo. “Mano sul cuore – aveva scritto qualche giorno fa Jan Fleischauer – qualcuno si è forse meravigliato del fatto che il capitano della Costa Concordia fosse italiano? Ci si può immaginare che a compiere una simile manovra, inclusa la fuga successiva, potesse essere un tedesco oppure, diciamo anche, un capitano di marina britannico?”.

Adirato, Sallusti scrive: “Un’aggressione all’Italia che sta passando inosservata. Che i tedeschi siano una razza superiore lo abbiamo già letto nei discorsi di Hitler. Ricordarlo proprio oggi, nel giorno della memoria dell’Olocausto, quantomeno è di cattivo gusto. È vero – scrive il direttore de Il Giornale – noi italiani siamo fatti un po’ così, propensi a non rispettare le leggi, sia quelle della navigazione, sia quelle razziali. I tedeschi invece sono più bravi. Li abbiamo visti all’opera nelle nostre città, obbedire agli ordini di sparare a donne e bambini, spesso alla schiena. Questi tedeschi – conclude – sono ancora arroganti e pericolosi per l’Europa. Se Dio vuole non tuonano più i cannoni, ma l’arma della moneta non è meno pericolosa. Per questo non dobbiamo vergognarci. Noi avremmo pure uno Schettino, ma a loro Auschwitz non gliela toglierà nessuno”.

Da qui la bufera sul web tra chi si scatena contro Sallusti, gridando allo “scandalo”eun “vergognati”, e , tra chi, invece, invita a leggere con attenzione l’editoriale e a non fermarsi al solo titolo di tutto effetto in prima pagina. Così come da prassi sui social network, non sono mancate le ironie sulla questione parafrasando frasi tipo: “A noi i Pooh, a voi i Tokio Hotel”, oppure “A voi Kant, a noi Eva Kant”.

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