ISOLA DEL GIGLIO. Continuano a ritmo serrato le ricerche dei 24 dispersi del naufragio del Concordia, nonostante siano iniziate le operazioni di recupero delle quasi 2400 tonnellate di combustibile stivate nei serbatoi della nave.
Ritrovato, infatti, un altro corpo grazie al varco aperto dai palombari sul ponte 3. Si tratta di una donna anziana, anche lei con giubbotto salvagente legato ancora al tronco. Sale così a 16 il numero delle vittime accertate. Identificato anche laltro corpo ritrovato nei giorni scorsi insieme alla sposina di Biella: si tratta di Luisa Virzì, 49 anni, originaria di Enna. La donna, a bordo della Costa Concordia insieme all’amica Maria Grazia Trecarico, ancora dispersa, e con la figlia di quest’ultima e il suo fidanzato, in un primo tempo era stata segnalata tra i naufraghi salvati per un equivoco.Solo quando le rispettive famiglie avevano denunciato la loro scomparsa, in quanto non avevano ricevuto più loro notizie, erano state aggiunte ufficialmente alla lista dei dispersi. Mistero su sei cadaveri, non ancora identificati.
Allalba di martedì sono iniziate anche le operazioni di recupero del carburante della Costa Concordia. Il carburante nei 17 serbatoi sarà scaldato attraverso dell’aria calda che passa in una serpentina. Una volta reso più fluido, verrà tirato fuori, mentre nel serbatoio verrà pompata acqua. La durata prevista dell’intera operazione è di 28 giorni. Fino a mercoledì sono previsti rilievi subacquei, ma il pompaggio vero e proprio inizierà sabato mattina, ha fatto sapere il Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli.
Cessato anche lallarme, che si era diffuso sullIsola del Giglio, sulla chiazza in mare avvistata dai residenti nei giorni scorsi. Non si tratta di idrocarburi, di fatto, bensì di oli alimentari, oli lubrificanti tensioattivi e detergenti.Per prevenire eventuali danni ambientali sono comunque già entrati in azione i mezzi della Castalia, le unità antinquinamento del Ministero dell’ambiente, che stanno procedendo alla bonifica circoscrivendo la macchia con pannelli assorbenti.
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Intanto, proseguono le indagini circa le responsabilità del naufragio della Costa Concordia. Fissata per il 26 gennaio, all’Istituto di medicina legale dell’Università Cattolica di Roma, l’analisi dei campioni biologici prelevati al comandante della Concordia, Francesco Schettino, il 17 gennaio scorso. La Procura ha chiesto di accertare se Schettino, prima dellimbarco, avesse assunto stupefacenti o fosse solito assumere alcool. Dai verbali dell’interrogatorio reso ai pm, emerge che il comandante Schettino, sospeso dalla compagnia Costa e ora agli arresti domiciliari, accusato dalla Procura di Grosseto di abbandono della nave oltre che di omicidio colposo plurimo e naufragio si è difeso affermando che il comandante della capitaneria di porto di Livorno, De Falco, ha frainteso le sue parole. Credo che abbia capito che non ci volevo andare. afferma Schettino rispondendo ai pm Io ho detto: guarda, non ho i mezzi per andarci. Se lui mi incoraggiava, diceva: Comandante abbiamo l’elicottero qua, la facciamo portare a bordo. Io gli ho detto: ma come ci vado a nuoto? Lui poteva… cioè c’è stata una preclusione a prescindere, come se io veramente non ci fossi voluto andare.
Schettino, davanti ai pm, ha insistito sulla tesi del primo momento, ovvero che sarebbe scivolato nella scialuppa mentre soccorreva i passeggeri. Secondo il Comandante, la riprova di quanto da lui affermato sarebbe il fatto che non indossava il giubbotto salvagente. Non avevo il giubbotto di salvataggio perché non era mia intenzione abbandonare la nave, possiamo chiederlo a tutti. La mia vita in quel momento era distrutta, a me non mi interessava più il giubbotto.