Atti vandalici contro l’Anfiteatro Campano, i cittadini si mobilitano

di Redazione

L'Anfiteatro CampanoSANTA MARIA CV. L’ennesimo atto contro il patrimonio culturale ed umano, accaduto in Campania, sembra aver risvegliato dal torpore le coscienze dei cittadini.

Il meschino atto vandalico, perpetrato nell’Anfiteatro Campano nella notte tra il 23 ed il 24 gennaio, in cui sono state violate tre tombe a camera di epoca sannitica, comunemente indicate come “gli spogliatoi dei gladiatori”, sta dando vita ad una forte reazione popolare. Stavolta, oltre agli atti di dovuta condanna da parte delle istituzioni locali con querele e promesse tardive di una migliore sorveglianza di un sito archeologico di interesse mondiale, sembra che l’indignazione abbia finalmente colpito l’animo della gente.

L’espressione di tale sentimento troverà la sua realizzazione sabato 3 febbraio, alle 11, in piazza 1 Ottobre, nella manifestazione “DifendiAmo il Passato”. Il corteo è organizzato dagli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia , che hanno la propria sede nel palazzo San Francesco, ad un tiro di schioppo da questo diamante dell’ingegneria romana divenuto parte imprescindibile dell’identità cittadina.

L’Anfiteatro Campano ha un valore storico ed archeologico inestimabile anche a livello mondiale. La sua edificazione si fa risalire tra I e II sec d.C, in una città, l’antica Capua, che Cicerone definirà “l’Altera Roma”, per indicarne la grandezza ma anche la potenza politica e commerciale nell’Impero, seconda solo alla Capitale. Tuttavia, fu l’Anfiteatro a fungere da precursore del progetto di costruzione del Colosseo, essendone una sorta di modello di dimensioni inferiori. Fu appunto nell’antica Capua che, per la prima volta più di 40000 spettatori poterono assistere a spettacoli quali lotte feroci e sanguinarie tra i gladiatori (munera gladiatoria), le finte cacce in cui la lotta avveniva tra l’uomo e la fiera (venationes), e le spettacolari riproduzioni delle battaglie navali (naumachiae),in cui l’arena veniva inondata tramite un sofisticato sistema idraulico. Tutto ciò, in uno in una cornice architettonica e artistica in continuo abbellimento, che si gioverà della presenza di magnifiche opere , quali le statue della Venere di Capua e quella di Adone.

A distanza di duemila anni, incredibilmente, un manipolo di idioti è riuscito a distruggere ciò che era sopravvissuto alle incursione deiVandali prima, e dei Saraceni poi. A ben guardare, la manifestazione è stata pensata non solo per stigmatizzare l’accaduto, ma anche per combattere i nuovi barbari: gli stessi abitanti di questi territori. Da troppo tempo i cittadini campani motivati da interessi personali, o da semplice ma non meno grave ignoranza, giustificano lo stanziamento di colate di cemento dalla provenienza illecita quali simboli del passaggio dei tempi; della supremazia della modernità a scapito di “Quattro vecchie pietre”.

Sono ormai decenni che la speculazione edilizia procede di pari passo con il degrado civile, per cui si è assistito con indifferenza alla distruzione di importanti resti a Pompei per mancata manutenzione, e al saccheggio della Reggia di Carditello, munifica tenuta di caccia borbonica. In questo clima, la profanazione dell’Anfiteatro rischiava di passare sotto silenzio.

Sammaritani e non, dunque, si ritroveranno sabato per gridare la loro indignazione,consapevoli che il complice disinteresse tenuto finora, equivale ad una compartecipazione nell’omicidio della propria identità storica.

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