Festeggiare il “millennio aversano” con il recupero del centro storico

di Nicola Rosselli

Porta NapoliAVERSA. A dispetto di quanti, come me fino a qualche tempo fa, credono che Aversa fosse stata fondata nel 1030 (in verità 1029) da Rainulfo Drengot, la città esisteva già qualche anno prima, ossia nel 1022.

In quell’anno, infatti, Rainulfo, che ne diverrà il primo conte, aveva occupato un palazzo-castello che sorgeva accanto alla chiesa votiva di Sancte Paulum at Averze, dando vita ad una’area fortificata. La Storia ci insegna che Drengot ne divenne primo conte, nel 1030, su investitura di Sergio IV, duca di Napoli e poi confermato, nel 1038, dall’imperatore Corrado II.

1022-2022: mancano appena dieci anni per la ricorrenza del Millennio e credo sia giunto il momento per gli aversani di allertarsi per dare vita ad un degno compleanno. Dieci anni, infatti, sembrano tanti, ma sono, in verità, pochissimi se si vogliono fare le cose per bene e, soprattutto, seriamente e non rabberciate all’ultimo momento, trasformando, come nostro costume, il tutto in una sagra locale con qualche lapide appiccicata su qualche parete e qualche approssimativo ospite musicale per ricordare la fortuna di aver avuto tra i nostri concittadini illustri Cimarosa, Jommelli e Andreozzi.

Cosa fare? Le proposte potrebbero essere migliaia. Ma, inizialmente, credo che, al di là di un programma storico-rievocativo che certamente va spalmato in questi dieci anni, con un culmine nel 2022, bisogna risanare il tessuto cittadino e, in primo luogo, il centro storico normanno. Non frequento molto la zona antica di Aversa, ma quelle poche volte che mi capita rimango affascinato. Non potrò mai dimenticare come uno dei miei figli, intorno ai tre/quattro anni, di ritorno da un viaggio in Umbria, giunto in piazza Normanna, mi chiese: “Papà, ma siamo ancora in vacanza?”. Il bambino, con i suoi ragionamenti semplici, propri dell’età, aveva assimilato il nostro centro storico a quelli dei paesi umbri visitati nei giorni precedenti. Un episodio che la dice lunga sull’incommensurabile patrimonio storico-urbanistico che Aversa può vantare e sulla sempre ventilata vocazione turistica della prima contea normanna nel Mezzogiorno.

Da parte nostra, comunque, si vuole solo aprire il dibattito, lanciare il classico sasso nello stagno, certi che dall’argomento non si potrà prescindere di discuterne nella prossima campagna elettorale per le amministrative. Un invito, insomma, alle coalizioni che scenderanno in campo ad inserire nei propri programmi le loro intenzioni in merito.

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