Patto Stabilità, Tatone replica a Di Martino

di Redazione

Antonio TatoneCASALUCE. Il consigliere di minoranza Di Martino? Come al solito non ha capito nulla, ma non è colpa sua, lui è solo un veicolo, – la cosiddetta ‘cap e ‘lignamm’ – nelle mani di persone che non hanno mai imparato a guidare.

Questo è stato anche il motivo che lo ha allontanato dalla maggioranza. Semplicemente non ha capito. Ci fosse stato un po’ più vicino, forse sarebbe riuscito anche lui a muoversi tra meccanismi ostici che, purtroppo, caratterizzano la politica amministrativa. Proverò con questo scambio epistolare a trasferirgli (con la mia serenità e non con la sua povertà di spirito) qualche elemento basilare per la comprensione di concetti elementari che costituiscono un orizzonte imprescindibile per chi voglia fare l’amministratore.

Attenzione.Una cosa è lo sforamento del Patto di Stabilità interno e un’altra è il dissesto finanziario come irrealmente il “buon” consigliere Di Martino descrive nel suo comunicato. Per definire lo stato di dissesto di un ente locale si fa riferimento a due fenomeni patologici, ritenuti, nella valutazione normativa, di estrema gravità e suscettibili di ricorrere anche alternativamente: l’impossibilità di svolgere le funzioni e i servizi indispensabili e l’incapacità di adempiere obbligazioni scadute che siano legittimamente imputabili all’ente. Il Patto di Stabilità interno è volto ad assicurare il concorso degli enti locali alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica.

Ai fini della determinazione dello specifico obiettivo programmatico il parametro di riferimento del patto di stabilità interno è costituito dal saldo finanziario tra entrate finali e spese finali (al netto delle riscossioni e concessioni di crediti), calcolato in termini di competenza mista (assumendo, cioè, per la parte corrente, gli accertamenti e gli impegni e, per la parte in conto capitale, gli incassi e i pagamenti). I dati da considerare per il calcolo del saldo finanziario sono solo ed esclusivamente quelli riportati nei certificati di conto consuntivo.

Si ribadisce che tra le operazioni finali non sono da considerare né l’avanzo (o disavanzo) di amministrazione né il fondo (o deficit) di cassa. Infatti, l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione, nell’ambito del saldo del patto di stabilità interno, non rileva ai fini del patto in quanto, in base alle regole europee della competenza economica, gli avanzi di amministrazione che si sono realizzati negli esercizi precedenti non sono conteggiati ai fini dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, al contrario delle correlate spese effettuate nell’anno di riferimento.

Il Comune di Casaluce, paradossalmente, non ha rispettato il patto 2011, come da nota del Responsabile dell’Ufficio finanziario, per la seguente motivazione – peraltro oggetto di espressa richiesta di emendamento, analiticamente motivata, avanzata dal sottoscritto avanti alle competenti commissioni – ossia che i mutui assistiti devono essere necessariamente collocati al Titolo V, le cui entrate non sono prese in considerazione ai fini del rispettodel patto. Le opere pubbliche con essi finanziatisono inserite al Titolo II.

Nell’esercizio 2011 questo Ente ha dovuto effettuare diversi pagamenti su opere pubbliche già appaltate e finanziate con i mutui assistiti. Ovviamente tali pagamenti determinano un saldo negativoai fine del rispetto del patto 2011 con tutte le conseguenze previste. L’ufficio patto al quale è stata sottoposta la problematica ha dato risposte contrastanti: infatti da un lato asserisce di considerare le entrate dei mutui come trasferimenti delTitolo IV e contestualmente impone di non discostarsi dall’inserimento dei dati coerentemente con la certificazione del consuntivo la quale ultima colloca i mutui al Titolo V.

Tutto ciò determina un saldo negativo e dico, paradossalmente, considerata la solidità del Comune di Casaluce e il rispetto della normativa in materia contabile. L’impossibilità di garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili è quindi connotata da anomalie e da rigidità della struttura di spesa dell’ente locale determinata da atti di “mala gestione” non altrimenti eliminabili se non attraverso il percorso normativo del risanamento.

Il mancato rispetto del patto, come analiticamente esposto nel pieno rispetto della trasparenza amministrativa, è stato generato dalla mancata considerazione che comuni della Regione Campania devono accollarsi direttamente i mutui assistiti da contributi regionali per cui i contributi vanno allocati in un titolo il V le cui entrate non sono rilevanti ai fini del patto. In sintesi. Lo sforamento per l’anno 2011 è collegato esclusivamente al saldo di spesa dell’anno. Al contrario di quanto propagato dal consigliere comunale di opposizione sulla criticità di bilancio e per le successive conseguenze per i cittadini di Casaluce del tutto inesistenti.

Per sfortuna del consigliere Di Martino e per fortuna di tutti i casalucesi, questo comune non ha debiti! Anzi, stiamo man mano togliendo tutti quelli accumulati precedentemente.

Ora, Di Martino, rilassati. Con questo, spero di cuore di esserti stato d’aiuto, però sappi che questa è l’unica occasione che hai su questo argomento, il prossimo sarà diverso. Non sono abituato ad andare in campeggio, per cui la tenda non l’ho mai avuta. E, in ultimo, in risposta ai tuoi meschini aforismi dialettali ti dico di startene a casa.

L’assessore ai lavori pubblici Antonio Tatone

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