Faceva prostituire la figlia per pochi euro: arrestata donna nel Trevigiano

di Emma Zampella

 TREVISO. Vendeva la figlia minorenne per 60-100 euro. Ha solo 16 anni la ragazzina del Trevigiano costretta dalla madre a prostituirsi, ma dalle indagini in corso sembra che questa storia andasse avanti già da un po’ di tempo, almeno da un anno.

Nei confronti della donna è stato emesso un provvedimento restrittivo dalla procura di Venezia, che ne ha disposto gli arresti domiciliari a Treviso, mentre l’adolescente è stata invece affidata ad una comunità protetta. Sulla vicenda gli inquirenti si sono limitati a fornire dati essenziali, rilevando che quanto accertato ha fatto emergere un quadro di disagio familiare particolarmente drammatico.

Le indagini, iniziate lo scorso dicembre, sarebbero partite da segnalazioni di cittadini insospettiti da un consistente andirivieni di uomini in un appartamento dove non era escluso che a prostituirsi fosse anche una minorenne. La squadra mobile ha così iniziato un’attività di accertamenti, con appostamenti, pedinamenti, e poi anche di natura tecnica, come le intercettazioni ambientali. È stato così verificato che, all’interno di un nucleo familiare, la madre si prostituiva coinvolgendo anche la figlia.

A dare conferma di questo quadro agghiacciante anche la testimonianza di alcuni clienti che avrebbero riferito di essersi appartati con la ragazza mentre la madre stava in una stanza accanto. La giovane, secondo quanto scoperto dalla polizia, non avrebbe avuto rapporti completi con i clienti, praticando altri tipi di attività sessuale. I clienti avevano stabilito un contatto con la donna grazie a un numero di telefono pubblicizzato su un giornale di annunci, in cui però la ragazza era sempre coperta in viso.

La pratica di vendere il corpo e la sessualità dei propri figli diventa sempre più frequente anche in Italia, dove il racconto della giovane trevigiana sembra il “remake” di tante altre storie che coinvolgono minori. Perché le madri, per poche centinaia di euro sono disposte a far si che qualcuno “abusi” o, come si è sentito dire in qualche caso, permetta che “giochi” con la propria piccola? Soldi, necessità? O puro divertimento, frustrazione? La cosa che più sconvolge è che le ragazzine hanno come “agenti” proprio i loro genitori, che procurano i clienti, selezionandoli personalmente.

La storia della sedicenne arriva infatti dopo il servizio delle “Iene”, il programma inchiesta di Italia Uno che aveva presentato, in un servizio andato in onda qualche settimana fa, una storia simile con protagonisti Chiara di 13 anni, sua madre e un pedofilo 67enne, commercialista residente a Bari. Il video del programma di Mediaset ha mostrato tutta la pratica di adescamento. La madre aveva imposto come prezzo, per poter far “toccare” sua figlia nelle parti intime dal pedofilo, una cifra, 150 euro, “preoccupandosi” però di quali “giochi” avrebbe messo in atto lo zio. E come si evince dal video delle Iene, il lupo cattivo travestito da cappuccetto rosso rassicura la “preoccupata madre”: “Ho avuto bambine di 8 e 9 anni. C’erano anche i genitori ad assistere in alcuni casi. Con Chiara sarebbero sei, tu stai tranquilla, io uso l’antispasmina colica che rilassa i muscoli”. L’uomo, verificato in possesso di materiale pedopornografico, è stato arrestato.

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