CASERTA. Centinaia le persone scese in piazza l’8 febbraio, a Casal di Principe, per gridare a gran voce: “I veri Casalesi siamo noi, non i camorristi”.
Erano tutte del comprensorio della vecchia “Albanova”, che comprende Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa e Casapesenna,tre comuniroccaforte del clan camorristico dei casalesi. La protesta, promossa dal comitato civico “Coordinamento per il Riscatto”,ha visto numerosi negozianti abbassare le saracinesche, in segno di solidarietà con i manifestanti, scesi in strada contro quelli che ritengono i “sorprusi” di banche ed Equitalia, contro la mancanza di lavoro, gli aumenti e le ingiustificate disdette delle polizze assicurative, contro linquinamento ambientale e labbattimento delle case abusive costruite per necessità.
Dopo aver tentato di occupare i binari della stazione ferroviaria di Albanova hanno deciso di confluire sulla strada statale “Nola-Villa Literno” che congiunge la zona interna dell’hinterland Napoli-Caserta ai comuni della fascia costiera. Durante la sfilata si è vista anche una bara, perché “siamo stati condannati a morte dallo Stato”, hanno spiegato i manifestanti,denunciando l’assenza dei politici del territorio e”l’accanimento istituzionale e mediatico che, invece di colpire solo i delinquenti, ha creato danni alla gente onesta delle nostre comunità”.
“Non ci lamentiamo perché non vogliamopagare le tasse come gli altri italiani, – hanno aggiunto altri partecipanti al corteo – né vogliamo sottrarci al rispetto della legge.Ma non possiamo più accettare passivamente questa ingiusta discriminazione che ci ha colpiti da quanto il cosiddetto ‘modello Caserta’, nato per contrastare la criminalità organizzata, si è trasformato in uno strumento per distruggere tutto quello che si cerca di costruire o realizzare sul nostro territorio”.
I “veri Casalesi” si ribellano: “Siamo un popolo onesto” – VIDEO |