VAL DI SUSA. “Mi sono arrampicato sul traliccio dopo essere sfuggito ai controlli, la situazione è tranquilla e non vedo violenze. Mi sono riuscito a svincolare. Mi guardavano attoniti. Glielho fatta sotto il naso unaltra volta”.
Sono state queste le ultime parole di Luca Abbà, 37 anni, leader storico del movimento NoTav, mentre era in collegamento telefonico con Radio Blackout prima di cadere nel vuoto. Secondo una prima ricostruzione, mentre a Chiomonte erano iniziati i lavori per lampliamento del cantiere per il tunnel dell’Alta velocità Torino-Lione, Abbà è salito su un traliccio dellalta tensionesituato vicino alla baita Clarea.
Dopo essersi arrampicato per una quindicina di metri, il leader storico del movimento No Tav avrebbe superato larea di sicurezza dello stesso traliccio, nonostante i ripetuti inviti rivoltigli dalle forze dell’ordine a desistere dall’iniziativa e a mettersi al sicuro. Ripetuti inviti a scendere, sia da personale in abiti civili che da personale specializzato, sono stati rivolti ad Abbà, che, invece, continuava a restare sul traliccio.
La polizia ha fatto avvicinare al traliccio anche un altro attivista del movimento No Tav, già presente al presidio Clarea, per invitare nuovamente il manifestante a scendere. Mentre il leader storico del movimento si diceva pronto ad appendersi ai fili della corrente pur di bloccare i lavori di ampliamento in Val di Susa, è stato raggiunto da una scarica elettrica che lo ha fatto precipitare al suolo a dieci metri di altezza.
Soccorso dalle forze dellordine, è stato immediatamente trasportato in elicottero al Cto dellospedale piemontese. Le sue condizioni sarebbero gravissime,in serata verrà trasferito in terapia intensiva. E’ stato sedato e intubato. Nel luogo dove è avvenuto lincidente è in corso un ampliamento del cantiere ed è stata individuata comearea dinteresse strategico nazionalein base alle indicazioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe). All’interno di quesa zona è compresa anche la baita della Clarea, luogo simbolo della protesta del popolo No Tav che, da anni, si oppone alla realizzazione dell’Alta velocità.