ROMA. E’ negativo il parere di Mario Monti sulla candidatura di Roma a sede delle Olimpiadi del 2020. Secondo il premier lItalia non può permettersi questo lusso.
Dall’incontro di martedì con il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, i presidenti del comitato organizzatore, Gianni Letta e Mario Pescante, e quello del Coni, Gianni Petrucci, Monti ha fatto sapere che è il primo a credere che lorganizzazione di unOlimpiade può rappresentare una grande occasione di sviluppo (170mila posti di lavoro nell’arco di 14 anni e una crescita del Pil dell’1,4 per cento, secondo una relazione di compatibilità). Ma non in questo momento e non a queste condizioni.
Si stima siano necessari 9,8 miliardi, di cui, 4,7 finanziati con fondi pubblici. E per Monti, che da giorni soppesa i costi (certi) e gli incerti benefici in fatto di crescita e sviluppo, è improponibile la garanzia dello Stato per la spesa pubblica prevista e leventuale sforamento. Del resto, Atene 2004 insegna che le Olimpiadi sono sì una grande occasione, ma anche un grande rischio. Non a caso, è stato proprio con i Giochi che la Grecia ha fatto il primo passo verso il default. Anche Londra, questanno città olimpionica, ha visto raddoppiare le sue previsioni di spesa.
La mancata firma della lettera di impegno economico da consegnare al Cio entro mercoledìfa quindi decadere la candidatura della Capitale italiana. Restano in corsa Madrid, Tokyo, Istanbul, Doha e Baku. La scelta verrà fatta a Buenos Aires il 7 settembre 2013.