Omicidio Manca, arrestato il marito

di Mena Grimaldi

Lucia Mancail marito di Lucia Manca in arrestoVENEZIA. L’avrebbe soffocata dopo aver mangiato una pizza insieme a lei. Poi, tornato a casa, si sarebbe sbarazzato del corpo ormai senza vita della moglie.

Svolta nel caso di Lucia Manca, la bancaria scomparsa da Marcon la mattina del 7 luglio. Sulla base di questa ricostruzione è stato arrestato, con l’accusa di omicidio volontario, il marito Renzo Dekleva, 57 anni, informatore farmaceutico. La svolta martedì pomeriggio, quando i carabinieri della compagnia di Mestre e del nucleo investigativo del comando provinciale hanno prelevato l’uomo dalla sua abitazione, portandolo in caserma e notificandogli l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta del pm Francesca Crupi. In serata Dekleva è stato poi portato nel penitenziario di Santa Maria Maggiore, dove ora attende l’interrogatorio di garanzia per la convalida dell’arresto.

LA SCOMPARSA. Dopo sette mesi dalla sua scomparsa e a cinque dal ritrovamento del cadavere sotto al viadotto di Sant’Agata, in provincia di Vicenza, si fa luce sul mistero della morte di Lucia Manca. Il marito, fin dalle prime ore della scomparsa, aveva dichiarato di aver perso le tracce della moglie la mattina del 7 luglio, quando la donna si era recata allo stazionamento dei pullman per raggiungere il posto di lavoro. Ma nella filiale Lucia non era mai arrivata, tantomeno nessuno l’aveva notata alla fermata del bus. Tanti indizi che facevano dubitare di Dekleva ma nessuna prova che potesse confermare che fosse coinvolto nella scomparsa della moglie.

IL SOPRALLUOGO IN CASA. Le indagini continuavano fino a quando, a settembre, in casa della coppia, i carabinieri, con i colleghi del Ris di Parma, effettuavano un attento sopralluogo. Sequestravano l’auto dell’uomo, il suo pc, degli indumenti e dei farmaci. Sul baule dell’auto venivano trovate tracce di sostanza biologica che l’esame del Dna avrebbe poi accertato appartenere ai coniugi.

L’AMANTE.

Sarebbero bastati pochi giorni per far emergere la dura realtà e sgretolare quel castello di carta sulla “coppia perfetta” che si voleva far passare. Il marito della donna, infatti, ha un’amante e Lucia, in quel periodo depressa e dimagrita, lo aveva scoperto per puro caso grazie ad una comunicazione telefonica lasciata aperta involontariamente dall’uomo mentre si trovava in compagnia dell’amante. Messo alle strette dalla moglie e dai familiari, l’uomo diceva che avrebbe dovuto continuare a vederla fino al 30 giugno. Ma così non fu. Si scoprirà, poi, che l’uomo aveva mentito anche all’amante: non solo non le aveva parlato della scomparsa della moglie, ma le aveva raccontato che Lucia non viveva più a Marcon, bensì a Milano, e che si stavano separando. L’amante, – che, saputa la verità, interrompeva ogni legame con l’uomo – sentita dagli inquirenti, aveva raccontato che il marito della Manca per avvalorare la sua tesi sulla separazione le aveva mostrato dei falsi sms in cui la moglie avrebbe scritto: “Mi trovo bene a Milano, mi dispiace che le cose siano andate così, ma sono contenta per te che hai trovato questa donna”. Invece, Lucia abitava sempre a Marcon con il marito.L’ultima a sentirla al telefono era stata la suocera, nel tardo pomeriggio del 6 settembre. Il telefono di casa suonava a vuoto per tutta la serata.La perizia sui resti della donna stabiliva la morte per soffocamento.

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