Processo Mills, Berlusconi prosciolto: “Il reato è prescritto”

di Redazione

Silvio BerlusconiMILANO. Silvio Berlusconi è stato prosciolto nell’ambito del processo Mills.

Il reato di corruzione in atti giudiziari per i giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano è “prescritto”. Questo significa che i giudici non hanno ravvisato le condizioni per assolvere l’imputato perché, in quel caso, avrebbero dovuto farlo con la formula più favorevole.

Il pubblico ministero Fabio De Pasquale aveva chiesto 5 anni di reclusione.Secondo la procura, infatti,Berlusconi avrebbe fatto avere all’avvocato 600mila dollari perchè testimoniasse il falso in due processi alla fine degli anni Novanta (tangenti alla Guardia di Finanza e All Iberian). “Inutile commentare…”. E’ stata l’unica riposta data ai giornalisti dal pm De Pasquale dopo la lettura in aula del verdetto. Insoddisfatta anche la difesa di Berlusconi: “Impugno tutta la vita una sentenza così”, ha dettol’avvocatoPiero Longo.

I legali del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Longo, nella mattinata di sabata, che ha visto l’ex premier assente in aula, avevano ripreso a parlare dopo aver interrotto l’arringa il 15 febbraio scorso, chiedendo ai giudici l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, “non ci sono prove”, invitandoli ad “agire senza timore”.

“Voglio ricordare che l’attuale capo di imputazione costituisce un radicale e profondo rimaneggiamento costruito ad arte dal pubblico ministero”. È quanto aveva scritto Berlusconi, nella sua memoria difensiva, pubblicata da Il Giornale. “Se un tribunale non vuole ascoltare i testimoni della difesa e ammette solo quelli dell’accusa, è ovviamente impossibile pervenire a una sentenza giusta”, continuava. “Ritengo di avere il diritto di aspettarmi da questo Collegio non una sentenza di prescrizione, ma invece una sentenza di piena assoluzione per non avere commesso il fatto”, concludeva.

Secondo la memoria depositata dal pm De Pasquale, era impossibile sottoporre a indagine l’avvocato Mills già nel 1995, come sostiene la difesa di Berlusconi, perché solo a distanza di anni si scoprì che il legale inglese creatore del sistema offshore utilizzato dalla Fininvest aveva falsificato documenti a favore del gruppo. La tesi dei legali dell’ex premier è, invece, che se Mills fosse stato indagato nel 1995 e sentito in tale veste, poi non sarebbe stato possibile accusarlo di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari. Nell’udienza del 15 febbraio scorso il pm ha chiesto una condanna di cinque anni per Berlusconi.

Inoltre, la presidenza del Consiglio dei ministri ha chiesto che l’ex premier risarcisca 250mila euro perché il reato di corruzione in atti giudiziari, già riconosciuto dalla Cassazione in questa vicenda, è lesivo dell’immagine della pubblica amministrazione e della presidenza del consiglio.

“Si tratta -aveva scritto l’ex capo del governo in un comunicato – di uno dei tanti processi che si sono inventati a mio riguardo. In totale più di cento procedimenti, più di novecento magistrati che si sono occupati di me e del mio gruppo, 588 visite della polizia giudiziaria e della guardia di finanza, 2600 udienze in quattordici anni, più di 400 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti. Dei record davvero impressionanti, di assoluto livello non mondiale ma universale, dei record di tutto il sistema solare”.

Nella nota Berlusconi forniva la sua versione su una serie di aspetti del processo, a cominciare dalla questione della prescrizione: “Già tre anni fa il processo sarebbe caduto in prescrizione, se nel febbraio 2008 la Procura di Milano non si fosse inventata la stupefacente tesi che il reato di presunta corruzione non si perfeziona nel momento in cui il corrotto riceve i soldi dal corruttore, ma nel momento in cui comincia a spenderli! Cioè due anni dopo, proprio in tempo per far scattare in avanti i termini della prescrizione”.

CASO MILLS – cronologia dei fatti in cinque anni

13 marzo 2007: inizia il processo davanti alla decima sezione penale presieduta da Nicoletta Gandus.

dicembre 2007: il Pm Fabio De Pasquale modifica il capo d’imputazione spostando in avanti la data del presunto reato, a febbraio 2000 invece che a febbraio 1998. Il momento in cui Mills avrebbe ritirato il denaro e non quando Berlusconi lo avrebbe versato.

2008: viene varato il Lodo Alfano che blocca i processi per le massime cariche dello Stato. Il 4 ottobre il Tribunale di Milano trasmette gli atti alla Consulta e stralcia la posizione di Berlusconi, sdoppiando così il processo: prosegue per Mills e si ferma in attesa che la Consulta si pronunci sulla costituzionalità della norma “blocca-processi”.

17 febbraio 2009: Mills è condannato a 4 anni e 6 mesi ed interdetto per 5 anni dai pubblici uffici e dovrà risarcire 250mila euro alla presidenza del consiglio, parte civile.

27 ottobre 2009: La Corte d’appello conferma la sentenza di primo grado ma successivamente la Cassazione annulla senza rinvio perchè il reato è estinto per prescrizione anche se «risulta verificata la sussistenza degli estremi di reato di corruzione in atti giudiziari».

dicembre 2009: riparte il dibattimento per Silvio Berlusconi davanti a un altro Tribunale, questa volta presieduto da Francesca Vitale. Subito fermato da un’altra legge, quella sul legittimo impedimento. Atti alla Corte Costituzionale e nuova pausa.

marzo 2011: nuova partenza. Da ex capo del Governo, Berlusconi cambia strategia e si presenta spesso davanti ai giudici, senza mai prendere la parola, se non fuori dall’aula quando respinge con sdegno le accuse (“è un processo di pura fantasia”). I suoi avvocati battagliano col collegio in più
occasioni e guadagnano tempo grazie alla lunghissima deposizione di Mills, dilatata anche per i problemi al cuore del legale inglese. Chiedono anche di ricusare i giudici sostenendo che il taglio dei testimoni della difesa e altre decisioni esprimano una volontà di condanna.

15 febbraio 2012: il pm chiede la condanna di Berlusconi a 5 anni e al risarcimento di 250 mila euro alla presidenza del consiglio dei ministri

22 febbraio 2012: La Corte d’Appello respinge la richiesta di ricusazione. Si va a sentenza.
25 febbraio 2012: Berlusconi viene prosciolto per prescrizione.
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