SAPONARA. Aprono le loro abitazioni solo per permettere al sole di asciugare le pareti, inondate dal fango. In uno speciale realizzato da Pupia.tv, la comunità di Saponara racconta la sua indignazione.
Sono passati tre mesi da quando la frana ha cancellato la vita del piccolo paese della provincia di Messina, ma i cittadini aspettano ancora di essere aiutati. “La sicurezza non cè, non esiste, continuiamo ad affidarci alle istituzioni affinché ci diano una mano per risollevare il paese”, raccontano gli abitanti, dove nel pomeriggio del 23 novembre scorso un muro di fango ha inondato il paese, provocando tre vittime.
Saponara è rimasta allo stesso punto di quel pomeriggio: sporca diterra e detriti, afflitta e abbandonata. “Siamo considerati cittadini di serie b, o forse anche di serie c. – dicono alcuni degli sfollati – Perché se accade qualcosa al nord, lo Stato e le istituzioni sono pronte ad aiutare, mentre noi restiamo soli, lasciati al nostro destino”.
“Il comune non ha ancora fatto una stima complessiva dei danni. Non ci sono fondi e non sappiamo come fare. – raccontano ancora i cittadini – Ci crediamo poco nelle istituzioni. Avremmo bisogno di aiuto.Dovrebbe essere così. Almeno un contributo economico dobbiamo riceverlo. In altri comuni del nord, che sono stati colpiti dalla stessa catastrofe, La Spezia e Massa Carrara ne sono un esempio, hanno ricevuto già i fondi, noi no. E che siamo noi? Fanno a scarica barile tutti. Se ci trattano così dobbiamo protestare”. Saponara vuole ripartire ma dimostra che da sola non ce la può fare. “Dove è lo Stato?”, gridano i cattadini.
Intanto, sembra che i primi segnali di aiuto arrivino dal governo. Il decreto milleproroghe, approvato alla Camera, ha recepito un emendamento presentato dal vicepresidente vicario dei deputati di Fli, Carmelo Briguglio, per l’equiparazione degli alluvionati della provincia di Messina (Barcellona Pozzo di Gotto, Saponara e altri) ai cittadini colpiti da altre alluvioni ai fini del differimento degli adempimenti in materia tributaria.
Saponara, a tre mesi dalle frane – VIDEO |