AVERSA. Enrico De Cristofaro è il candidato a sindaco in pectore del centrodestra. Ha un bel dire lamico Pino Cannavale che larchitetto aversano non sarebbe nemmeno stato interpellato dal partito che lo vuole candidato.
De Cristofaro è stato avvicinato da persone autorevolissime del Pdl e si è in attesa delle sue decisioni. Soprattutto, in casa pidiellina, sono in attesa che i quattro aspiranti interni: Elia Barbato, Giampaolo Dello Vicario, Isidoro Orabona e Mario Tozzi, capiscano che è venuto il momento di fare sul serio e che, quindi, debbono farsi da parte. Tutti gli altri nomi pubblicati, da Tonino Lampitella a Franco Matacena a Ennio de Rosa, sono stati fatti nei luoghi preposti e gli interessati sono stati avvicinati.
In questo momento, la situazione è quella descritta per quanto riguarda il centrodestra. Colgo loccasione per ribadire che chi fa il cronista non può non riportare i rumor fondati, non inventati di sana pianta. I nomi riportati in questi giorni, purtroppo per il proscenio e il retropalco politico aversano, sono tutti nomi che, in un modo o nellaltro, sono venuti alla ribalta nei contatti quotidiani di chi scrive con gli addetti ai lavori. Un tourbillon di nomi, tutti rispettabilissimi, che sta a indicare il fallimento della politica ad Aversa. Destra, centro e sinistra non sono riusciti in questi ultimi dieci anni a creare, a formare una classe dirigente credibile. La maggioranza ha pensato ad amministrare, bene o male saranno gli aversani a dirlo, ma non sono emersi esponenti di spicco, di quelli che fanno la differenza.
Da parte sua, lo sparuto gruppo di opposizione di sinistra non ha fatto nemmeno lopposizione, se non negli ultimi mesi e limitatamente a una o due forze politiche, per cui di formazione di classe dirigente manco a parlarne.
Insomma, mancano i giovani validi sui quali puntare, ecco il perché, allora, di questo caravanserraglio di nomi che, tra laltro, fa distogliere lattenzione da quelli che sono i programmi delle coalizioni in campo. Perché, comè ovvio, accanto alle facce sono necessarie le idee. Povera Aversa!