AVERSA. Pranzo di Pasqua o pre-elettorale, alla moda della prima repubblica, quello offerto sabato 24 marzo a cento cittadini aversani over sessanta dallamministrazione municipale?
E quanto chiede Rosario Capasso, esponente di Noi Aversani, che critica linopportunità della iniziativa promossa dal comune di Aversa in collaborazione con la Confesercenti e con il rettore della chiesa monumentale di San Francesco. Per il consigliere comunale e capogruppo degli indipendenti levento ha il sapore di uno spot elettorale, essendo proposto dallamministrazione a poco meno di un mese dal voto e, come indicato nei manifesti che lo pubblicizzavano, per essere aperto ad over sessanta scelti solo in base allordine di presentazione della domanda allufficio comunale assistenza e non in base a criteri di reddito. Se pranzo andava fatto perché scegliere quello per celebrare la Pasqua che solo per pura coincidenza questo anno cade a ridosso del voto e non organizzarne uno per celebrare il Natale? Forse si era troppo lontani dalle urne?, si chiede Capasso, ricordando che allepoca della prima repubblica il pranzo spot veniva offerto non solo da aspiranti deputati e senatori ma anche da aspiranti consiglieri comunali.
La risposta è semplice. Ed tutta negli atti inerenti liniziativa che sono pubblici, cosicché chiunque ne può prendere visione, replica lassessore alla politiche sociali Vincenzo Lanzetta, al quale abbiamo girato la domanda. Avevamo dei fondi regionali, assegnatici tramite lambito C3, spiega Lanzetta destinati alla socializzazione e ad attività ludiche non ancora spesi perché intendevo destinarli allassistenza dei cittadini aversani diversamente abili ricadenti nellAmbito. Purtroppo, sottolinea lassessore essendo fondi finalizzati, per trasferirli ad altro uso avevamo bisogno di essere autorizzati sia della Regione sia dallAmbito. Cosa che non è avvenuta. Di conseguenza continua Lanzetta dovevamo utilizzarli e lo abbiamo fatto decidendo di dare vita ad un pranzo pasquale. Circa la possibilità offerta agli over sessanta di partecipare senza tenere conto del reddito, premesso che la socializzazione può avvenire, come avviene, senza alcun tipo di barriera, è appena il caso di ricordare conclude lassessore che se avessimo chiesto il modello Isee avremmo operato una sorta di ghettizzazione.