Santulli vuole salvare il “Capannone”

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Salvare il “Tempio” della pallavolo aversana, il glorioso Capannone, fare in modo che non divenga un deposito di sanitari, come la maggioranza della classe politica aversana vorrebbe.

Di tanto Paolo Santulli, che forse riuscirà a salvare la struttura dall’inedia, sembra essersene fatto una missione. Dopo una recente interrogazione rivolta al sindaco Mimmo Ciaramella, con la quale l’ex deputato, attualmente capogruppo consiliare del Gruppo delle Autonomie, chiedeva “lumi” sulla situazione del contratto con la Regione per la proprietà dell’ex tempio della Pallavolo aversana, forse qualcosa si muove. Infatti, nei giorni scorsi, Santulli, già responsabile nazionale delle attività sportive scolastiche e per un ventennio anche coordinatore delle stesse nella Provincia di Caserta, in modo pressante, ha sollecitato il primo cittadino nel tentativo di trovare una soluzione immediata e una risposta fattiva alla sua richiesta avanzata in consiglio comunale.

Tenuto conto che il prossimo 12 aprile sarebbero scaduti i termini per la definizione contrattuale, per la quale il Comune ha già pagato 428.572,25 euro, andavano cercati o i fondi per pagare o una dilazione da parte dell’ente di via Santa Lucia.

Il Comune di Aversa, inoltre, si era anche impegnato con la Regione, considerato il costo politico attribuito al bene, a realizzare i lavori di ristrutturazione, come da progetto allegato al contratto, pena la risoluzione dello stesso, entro il prossimo 4 aprile.Addirittura si erano impegnati, sempre contrattualmente, all’attivazione del bene all’uso previsto per la stessa data. Solo il 15 marzo scorso, finalmente il sindaco ha chiesto la proroga di un anno delle condizioni contrattuali e per la stipula del contratto definitivo di acquisizione, tenuto conto che con le difficoltà economiche prodotte dagli ultimi interventi legislativi non si era riusciti a far fronte all’impegno assunto, ma che con il contributo di 600mila euro ottenuti dal ministero dell’Economia nel 2010, distribuito in tre annualità, certamente con il 2013 la cosa si sarebbe risolta.

A questo punto bisogna attendere la risposta della Regione Campania. Santulli, sebbene preoccupato, ha assicurato che non demorderà nella sua vigilanza sul tema. D’altro canto, gli appetiti sull’area interessata appaiono più che chiari e sotto gli occhi di tutti. Oggi, almeno guardando da fuori, per il comune sarebbe difficile addirittura accedere a quella che, comunque, è un bene nel suo possesso.

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