Afghanistan, l’ultimo saluto a Michele Silvestri

di Redazione

 Il feretro di Michele SilvestriNAPOLI. Circa tremila persone hanno accompagnato al cimitero di località Cappella, alla periferia di Monte di Procida (Napoli), il feretro del sergente Michele Silvestri, il militare ucciso in un agguato avvenuto sabato scorso in Afghanistan.

Subito dietro la bara, i familiari distrutti dal dolore e i suoi commilitoni del XXI Genio Guastatori, il reparto inquadrato nella Brigata Garibaldi presso il quale Michele era effettivo. Gente commossa che si è chiesta ancora il perché di tanta violenza nei confronti di chi, a migliaia e migliaia di chilometri da casa, è impegnato nelle opere di ricostruzione.

A Monte di Procida, nell’area flegrea, il paese dove il militare risiedeva, si è svolta la cerimonia in forma privata, dopo i funerali di Stato tenutisi ieri alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Una cerimonia semplice, senza retorica, alla quale non sono state ammesse le telecamere. Semplice ma piena di significato l’omelia del vescovo Gennaro Pascarella, che ha presieduto il rito. Parole di conforto sono state spese nei confronti della famiglia dai massimi vertici militari, rappresentati dal generale di corpo d’armata Vincenzo Lops, comandante del II Fod che ha detto che la famiglia della Brigata Garibaldi, la famiglia dell’Esercito, non abbandonerà i familiari di Michele.

All’uscita del feretro avvolto in un tricolore dalla chiesa alcuni amici del giovane sottufficiale hanno fatto levare in volo alcune centinaia di palloncini tricolore. Bandiera e servizio: gli ideali, hanno evidenziato gli amici, nei quali Michele credeva fermamente. Altri ragazzi hanno indossato una t-shirt bianca con la foto del militare ucciso e mentre il corteo si incamminava verso i cimitero, accompagnato dai labari dei Comuni di Monte di Procida e Bacoli, che oggi hanno proclamato il lutto cittadino, dei rappresentanti delle amministrazioni comunali di Pozzuoli e Quarto, alcuni ragazzi hanno esposto lo striscione con la scritta: “Ciao Michele”.

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