CASAL DI PRINCIPE. Si sono introdotti in casa in pieno pomeriggio e portato via dalla cassaforte preziosi e documenti, per poi dileguarsi facendo perdere ogni loro traccia.
E successo venerdì nellabitazione di Teresa Di Bona, figlia di Antonio Di Bona,vittima innocente di camorra, rimasto ucciso in un conflitto a fuoco nel 1992. In quel momento, nellappartamento di Casal di Principe, cera solo il figlio adolescente della donna. Due uomini sono entrati nel salone e, accortisi della presenza del ragazzo, si sono nascosti dietro al divano, senza farsi scoprire. Poi, approfittando del fatto che il giovane si era allontanato in unaltra stanza, hanno aperto la cassaforte e asportato il contenuto: gioielli e anche una cartellina con allinterno alcuni documenti di famiglia. Il figlio non faceva in tempo ad udire dei rumori strani provenienti dal salone che i ladri già erano scappati con la refurtiva. Al ritorno a casa, la Di Bona è caduta nello sconforto,poiché i preziosi trafugati le erano stati regalati dal padre defunto e verso i quali, dunque, nutriva un valore affettivo.
Era il 6 agosto 1992: quattro sicari, con il volto coperto da passamontagna, uccisero a Villa Literno il titolare di unofficina. Antonio Di Bona, agricoltore di Casal di Principe, che si trovava nel locale come cliente, fu eliminato anchegli perché sarebbe stato uno scomodo testimone del delitto. Si trovò, purtroppo, al posto sbagliato nel momento sbagliato. Allorigine del triplice omicidio una vendetta nellambito dello scontro in atto tra due clan camorristici rivali, quello capeggiato dal boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, e quello della famiglia Venosa.