GRICIGNANO. 17 componenti dellex Consiglio comunale di Gricignano in carica nel periodo dellamministrazione 2001-2006, compresi i componenti dellultima giunta 2006-2010, il prossimo 11 aprile dovranno comparire dinanzi alla prima sezione del Tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere, …
… chiamata ad accertare eventuali responsabilità sullo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, avvenuto nellagosto 2010, e valutare la loro incandidabilità alle elezioni amministrative. Una richiesta inviata ai giudici sammaritani dal Ministero dellInterno.
Nellavviso di comparizione, a firma del presidente della sezione, Giancarlo De Donato, viene fatto cenno ad alcuni punti della relazione della commissione daccesso. In primis, la vicenda della Gricignano Multiservizi, sulla quale i commissari chiamano in causa sia maggioranza che opposizione: lallora sindaco Andrea Lettieri, ai membri del Consiglio comunale in carica dal 2001 al 2006 (Giovanni Di Foggia, Antonio Moretti, Pasquale Di Luise, Andrea DAngelo, Nicola Cristiani, Antimo Verde, Nicola Verde e Giuseppe Munno, escludendo solo da questa stessa vicenda Francescantonio Russo e Giacomo Di Ronza, che votarono contro). Questi, con deliberazione del 16 maggio 2002, approvarono la costituzione della società mista Gricignano Multiservice (la partecipazione alla quale di un socio privato legato alla criminalità organizzata, la Flora Ambiente dei fratelli Orsi di Casal di Principe, è stata individuata come una delle cause di condizionamento dellamministrazione comunale) e poi, con deliberazione del 2 dicembre 2004, ne ampliarono notevolmente loggetto sociale.
Responsabilità, secondo la commissione, ricadono anche sui membri della giunta allora in carica (Antonio Guida, Francesco Di Luise, Giuseppe Barbato, Nicola Lucariello, Giuseppe Buonanno, Pasquale Barbato) che, con deliberazione del 5 maggio 2004, approvarono lo schema di convenzione generale tra il Comune e la società mista, ed in seguito, riporta la relazione, non operarono il controllo sullattività dellarea tecnica del Comune, che affidò alla società mista una serie di opere che non rientravano nel suo oggetto sociale, aggirando norme in materia di affidamento degli appalti, consentendo mutamenti della compagine sociale, nonostante il divieto contenuto nel bando per la scelta del socio privato, ed affidando appalti senza acquisire la certificazione antimafia, come la costruzione di due parcheggi. Gli stessi esponenti della giunta, con deliberazione del 31 dicembre 2003, disposero riporta la relazione una proroga di due anni dellaffidamento del servizio di trasporto scolastico ad una ditta, in attesa dellespletamento della gara dappalto, allesito della quale la stessa risultò di nuovo aggiudicataria. Con deliberazione del 30 luglio 2003 individuarono un collaboratore in via coordinata e continuativa per il trasporto scolastico dei disabili ed in seguito autorizzarono la stipulazione di ulteriori contratti con lui, in deroga al divieto di assunzioni di personale a tempo indeterminato.
Ma in causa vengono chiamati anche i membri della giunta della seconda amministrazione Lettieri, in carica dal 2006 fino allo scioglimento nellagosto 2010, Francescantonio Russo, Giuseppe Buonanno, Giuseppe Barbato, Giacomo Di Ronza, Andrea DAngelo e Francesco Di Luise. Sempre stando alla relazione della commissione daccesso, questi, a loro volta, avrebbero deliberato diverse proroghe del servizio di trasporto scolastico alla stessa ditta affidataria, adottarono bandi per lappalto dei servizi contenenti clausole valutate come dirette a restringere la concorrenza a favore della stessa ditta, che alla fine risultò aggiudicataria ed alla quale fu consentito di espletare il servizio senza che fossero eseguiti accertamenti antimafia, richiesti solo nel 2008 e che portarono ad accertare lesistenza di cause interdittive. Gli stessi assessori, scrivono i commissari, autorizzarono anchessi ulteriori contratti di collaborazione per il trasporto disabili, non esercitarono controllo sullarea tecnica che nel 2007 aggiudicava lappalto del servizio di trasporto disabili ad unaltra ditta, collegata alla precedente, e consentiva la prestazione del servizio in assenza di aggiudicazione definitiva e di stipula del contratto. Il servizio, – prosegue la relazione – dopo la revoca dellaffidamento per provvedimento interdittivo antimafia del Prefetto, veniva affidato con procedura anomala ad unaltra ditta collegata alla società interdetta.
Ancora, secondo i commissari della prefettura, la giunta non avrebbe esercitato il controllo sullarea tecnica riguardo allappalto per la refezione scolastica, prima aggiudicato ad una ditta risultata interdetta per antimafia e poi affidato in via provvisoria, in attesa di espletamento di nuova gara ad unaltra ditta, fino allaggiudicazione ad una società anchessa poi interdetta.