Sembrava la finale di Champions League, ma era solo la semifinale di Coppa Italia. Sessantamila spettatori per un appuntamento non proprio epocale difficilmente si vedono in altri posti.
Ma Napoli, si sa, è speciale un po in tutto, prendere o lasciare. Un entusiasmo simile è figlio, probabilmente, della grande ansia di conquista che anima lambiente partenopeo. Conquista di un trofeo, è ovvio. E dunque, in attesa di poter lottare per lo scudetto, ci si accontenta di potersela andare a giocare, il 20 maggio prossimo, allOlimpico con la Juventus per guadagnarsi il cerchio tricolore della Coppa Italia sulle magliette della prossima stagione. E così, davanti ad un pubblico osannante, i titolarissimi di Walter Mazzarri si liberano del Siena (2-0) meno facilmente di quanto possa sembrare ed imboccano la strada per Roma. Il Siena offre una resistenza notevole e nel secondo tempo mantiene costantemente il dominio del gioco.
Giuseppe Sannino manda in campo una squadra schierata specularmente agli azzurri, vale a dire piazzata con il 3-4-2-1, però con i due esterni truccati da centrocampisti ed in realtà pronti a ripiegare al momento giusto per dar vita ad una difesa a cinque. E una tattica, questa, che in altre circostanze ha premiato gli allenatori che lhanno utilizzata contro il Napoli al San Paolo. Ma perché ciò accada è anche necessario che i padroni di casa non riescano rapidamente a sbloccare il risultato, perché altrimenti sono dolori. Ed invece il Napoli passa in vantaggio, dopo appena dieci minuti di gioco, con una magia di Cavani: formidabile colpo di tacco a deviare in rete una punizione di Lavezzi.
Il Siena che con l1-0 sarebbe eliminato è così costretto a mettere la testa fuori dalla propria area di rigore e ad offrire il fianco scoperto alle micidiali ripartenze degli azzurri. Il gol del raddoppio del Napoli è la più chiara esemplificazione della nuova situazione tattica venutasi a creare: la difesa partenopea ferma un attacco dei senesi e sulla ribattuta si scatenano i tre tenori. Bastano tre passaggi e Cavani può colpire ancora una volta ed affondare i toscani. Nel secondo tempo, però, il Napoli viene preso da una crisi di supponenza e presunzione (probabilmente anche da un deficit atletico) ed il Siena domina costantemente. I toscani dimostrano, è vero, notevoli difficoltà a creare azioni pericolose, tuttavia tengono sulle spine non solo la difesa partenopea ma lintero stadio. A questo punto della partita, infatti, un gol del Siena varrebbe i tempi supplementari.
Il Napoli crea anche due limpide occasioni da gol con Lavezzi ed Hamsik, entrambe in contropiede, ma le spreca malamente. Insomma non cé mai per gli azzurri un pericolo reale, ma è landamento della partita che mette in apprensione tutto lambiente.
Finisce così, con il Siena sterilmente proiettato in avanti ed il Napoli che si difende serenamente. Cé quindi lo spazio per la festa dei sessantamila, Oj vita oj vita mia cantato a squarciagola, proprio come se fosse una finale di Champions League.