27enne marocchino tenta il suicidio dandosi alle fiamme

di Emma Zampella

 VERONA. In meno di 24 ore, ancora un tentato suicidio: un marocchino 27enne si da fuoco davanti alla sede del municipio di Veronamentre è in corso una manifestazione pubblica.

Il motivo di tale gesto? L’uomo, un operaio presso un consorzio cooperativo di servizi di impresa, non percepiva lo stipendio da quattro mesi e la sua condizione economica era abbastanza difficile. Il tentato suicidio è avvenuto durante un presidio di protesta organizzato davanti a Palazzo Barbieri, sede del municipio, da alcuni genitori per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’operato del Tribunale dei minori di Venezia e degli assistenti sociali.

Accanto al suo corpo in fiamme, è stata trovata la bottiglietta contenente la benzina e l’accendino con cui si sarebbe dato alle fiamme la testa e le gambe. Il marocchino è stato soccorso dagli uomini dell’Arma dei Carabinieri impegnati nel servizio di ordine pubblico disposto in occasione del manifestazione, che hanno spento le fiamme utilizzando un drappo dei manifestanti e i guanti in dotazione. Immediato l’arrivo dell’ambulanza, che ha trasportato l’operaio al vicino pronto soccorso dell’ospedale di Borgo Trento. L’uomo ha riportato ustioni alle gambe, ma le sue condizioni non sono gravi. L’uomo è ricoverato all’ospedale: dopo le prime cure al pronto soccorso, è stato poi trasferito in osservazione in psichiatria, ma al momento, a differenza di quanto si era appreso durante le prime fasi concitate dei soccorsi, le sue condizioni non risultano gravi e non è ricoverato presso l’Azienda ospedaliera universitaria integrata.

Intanto restano stabili le condizioni dell’uomo bolognese, originario del casertano che ieri ha compiuto lo stesso folle gesto. Da quanto si apprende in seguito agli accertamenti, risulta che l’uomo di 58 anni, che ha tentato il suicidio a causa dei suoi problemi con il fisco, proprio mercoledì mattina, poco prima di darsi alle fiamme, aveva patteggiato una pena a 5 mesi e 10 giorni per l’accusa di utilizzo di fatture false. La pena è sospesa perché l’uomo è incensurato. La vicenda penale è nata da un accertamento fiscale della Agenzia delle Entrate sull’anno 2006, l’accusa era quello di dichiarazione infedele mediante fatture false.

A sostegno degli uomini che soffocati dalla crisi economica, nonostante in cui alcuni casi si potrebbe parlare di leggerezza nonché di errore da parte degli stessi, ci sono le parole del segretario del Prc, Paolo Ferrero, che ha detto: “Nel paese si moltiplicano i gesti di disperazione come l’ultimo tentato suicidio dell’operaio edile che si è dato fuoco a Verona: la responsabilità di tanta disperazione, che coinvolge operai e piccoli imprenditori che non sanno come pagare i loro debiti, sta nelle politiche del governo e delle banche. Le banche – nonostante abbiano avuto grandi prestiti a basso costo dalla Bce – non fanno credito a chi opera nell’economia reale e cerca disperatamente di mantenere l’occupazione. Parallelamente il governo con le sue manovre sta aggravando la recessione e aumentano la disoccupazione, facendo pagare alle fasce più deboli il prezzo della crisi. Tutta la nostra solidarietà e vicinanza al lavoratore edile ricoverato in ospedale a Verona”.

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