BRESCIA. Mario Albanese, luomo che tra sabato e domenica ha compiuto una vera e propria strage, già ribattezzata la strage di San Polo, uccidendo l’ex moglie, il compagno, la figlia 19enne di lei e il fidanzato, si è avvalso nella mattinata di martedì della facoltà di non rispondere davanti al giudice, Marco Cucchetto, durante linterrogatorio di convalida.
Un interrogatorio lampo, giusto il tempo per giustificare il folle gesto e chiedere delle sue tre figlie minorenni che hanno assistito allomicidio della madre e della sorella. Mi è scoppiata la testa, chiedo perdono per tutto quello che ho fatto, sono disperato per le mie bambine, ha detto.
La preoccupazione per le sue tre bambine, ora affidate ad uno zio materno, lha espressa anche al suo avvocato, Alberto Scapaticci. Cosa sarà delle mie bambine? Cosa sarà di me?, avrebbe detto disperato al suo avvocato difensore. Ed è proprio per questa disperazione che luomo in carcere è sorvegliato a vista per paura che possa uccidersi. Mi sentivo escluso da quella che ancora consideravo la mia famiglia, ha detto Albanese al suo legale.
Il pm Antonio Chiappani, che coordina le indagini condivise da carabinieri e polizia, contesta il quadruplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e il porto abusivo di arma clandestina e alterata. La premeditazione per gli inquirenti è determinata da una serie di elementi. In primis il fatto che luomo, nella notte tra sabato e domenica, sia rimasto appostato davanti alla casa della sua ex per ore aspettando il rientro della donna. Ma non solo. Albanese, in macchina, si è appostato in un luogo ben nascosto per fare in modo che la ex moglie, alla sua vista, non si allarmasse.
Intanto, molte amiche della donna hanno portato in questura alcuni messaggi che inviava e che testimoniano quanto fosse spaventata dal suo ex marito. Anche larma, usata da Albanese, una calibro 7,65 modificata, verrà inviata ai Ris di Parma per accertare se sia già stata utilizzata.