ROMA. Raggiunto l’accordo sulle riforme a termine del vertice di maggioranza, a partire dalla revisione della legge elettorale, un percorso che sarà legato alla modifica della Costituzione.
Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha espresso in una nota il suo vivo apprezzamento per l’impegno manifestato dal Pdl, dal Pd e dal Terzo Polo a collaborare per avviare senza indugio, incardinandole parallelamente, un insieme di modifiche della Costituzione e la revisione della legge elettorale. Il presidente Schifani ha dal canto suo prospettato concrete ipotesi di organizzazione a tal fine dei lavori del Senato. Al vertice durato circa due ore hanno preso parte i leader di Pdl, Pd e Udc Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini. La riunione si è svolta nell’ufficio di Silvio Berlusconi al piano aula, noto come Corea.
Al termine del vertice si è convenuto appunto sulla necessità di incardinare parallelamente la riforma della Costituzione e la legge elettorale. L’accordo sulla revisione della Costituzione prevede: la riduzione del numero dei parlamentari, la revisione dell’età per l’elettorato attivo e passivo, il rafforzamento dell’esecutivo e dei poteri del premier in Parlamento, l’avvio del superamento del bicameralismo perfetto. Per ciò che attiene la revisione della legge elettorale l’intesa prevede: la restituzione ai cittadini del potere di scelta dei parlamentari, un sistema non più fondato sull’obbligo di coalizione, l’indicazione del candidato premier, una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna.
Per il Pdl, oltre al segretario, erano presenti Gaetano Quagliariello e Ignazio La Russa. Il segretario del Pd era accompagnato dal padre della bozza in discussione, Luciano Violante. Per il terzo polo, oltre al leader Udc, hanno partecipato Ferdinando Adornato e Italo Bocchino. Se ci si mette al lavoro seriamente c’è il tempo per cambiare la legge elettorale e anche per qualche riforma costituzionale, ma bisogna cominciare con un percorso condiviso ha dichiarato Bersani al termine del vertice. Per noi la legge elettorale è prioritaria e dirimente, ma nel vertice si sono trovati dei paletti condivisi, il resto è da perfezionare.
Il segretario del Pd ha poi replicato alle voci, rilanciate anche dal capogruppo Pdl Cicchitto, secondo le quali il Pd avrebbe portato al voto in ottobre per le difficoltà sulla riforma del lavoro. Ha alzato il tiro su Monti – ha detto Cicchitto -con uno strappo alla luna di miele dei primi momenti, uno strappo che ha messo in moto un meccanismo sulla cui base può avvenire la rottura che potrebbe portare alle elezioni anticipate in autunno. Ma Bersani taglia corto: Io non capisco da dove escano queste stupidaggini. Certamente non da noi.
Al vertice di maggioranza hanno partecipato anche i tecnici che hanno lavorato alla cosiddetta bozza Violante e si è deciso di accelerare molto i tempi. Nel giro di un paio di settimane verranno presentate le modifiche costituzionali e la nuova legge elettorale. Lo hanno spiegato in una conferenza stampa Italo Bocchino, per Fli, il leader dell’Udc Casini e il centrista Fernando Adornato.
Le riforme saranno presentate in Senato, ha spiegato Casini: la riforma costituzionale sotto forma di emendamento soppressivo e interamente sostitutivo del testo già incardinato in commissione, la riforma del voto come proposta di legge. Anche il presidente del Senato, Renato Schifani, secondo quanto si apprende in ambienti parlamentari, ha assunto con Napolitano l’impegno di vigilare affinchè vengano rispettati i tempi per l’approvazione, al Senato, delle riforme costituzionali e della legge elettorale in tempi tali da divenire leggi entro la legislatura.
Il leghista Roberto Maroni sull’ipotesi di riforma della legge elettorale attacca il possibile accordo: Se la nuova triplice, Pdl, Pd e Udc si mette d’accordo per fare una riforma in cui si sceglie la maggioranza dopo il voto sottraendo ai cittadini il potere di decidere, sarebbe la vera porcata.