TERAMO. Fissato per il 13 luglio il processo con rito abbreviato condizionato a Salvatore Parolisi, unico imputato per la morte della moglie, Melania Rea, uccisa il 18 aprile dello scorso anno con 35 coltellate nel bosco di Ripe di Civitella del Tronto, nel Teramano.
Giovedì mattina il caporal maggiore dellEsercito è entrato nellaula del tribunale da un ingresso secondario, evitando la folla di curiosi, telecamere e giornalisti. Presenti anche i genitori e il fratello di Melania. Fra questi e l’imputato nessun incrocio di sguardi. Il gup di Teramo, Marina Tommolini, durante l’udienza, a porte chiuse, ha affidato la superperizia chiesta dalla difesa al medico legale Gianluca Bruno e alla genetista Sara Gino.
Ma ci saranno anche altri cinque periti: Adriano Tagliabracci, per la Procura; Lorenzo Varetto ed Emiliano Giardina, per la difesa di Parolisi; Francesco Introna e Marina Baldi, per la famiglia di Melania. Saranno loro a dover stabilire lora della morte e la dinamica del delitto, come chiesto dai difensori di Parolisi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, i quali hanno anche ottenuto che vengano ascoltati tre testimoni: il conduttore del cane molecolare usato per le ricerche (già definito inaffidabile dalla Procura); un ragazzo che ha dichiarato di aver visto un uomo vestito di scuro sul pianoro di Colle San Marco (Ascoli Piceno), ma che non ha saputo specificare lora, indicando un arco di tempo dalle 10 alle 17; una vedetta del battaglione di Chieti, in servizio vicino al poligono di Ripe, il quale non avrebbe visto lauto del militare di Frattamaggiore transitare nella zona dove fu poi trovato il corpo di Melania, devastato da 35 coltellate.