Uccide ex moglie e altre tre persone: camionista fa strage a Brescia

di Antonio Taglialatela

 BRESCIA. Ha ucciso l’ex moglie, il nuovo compagno della donna, la figlia di lei avuta da un precedente relazione e il fidanzato di quest’ultima.

La gelosia e la mancata rassegnazione alla fine del rapporto coniugale sarebbero alla base del folle gesto compiuto dal 34enne Mario Albanese a Brescia, in via Raffaello, nel quartiere San Polo. Erano le 3.30 della notte tra sabato e domenica. L’uomo, camionista, originario di Modugno in provincia di Bari, con precedenti penali per contrabbando e reati contro il patrimonio, si è armato con una pistola Beretta 92 con matricola abrasa. Ha atteso davanti a casa l’ex moglie, Francesca Alleruzzo, 45 anni, maestra in una scuola elementare, e il nuovo compagno della donna, Vito Macandino, 58 anni. Contro di loro ha esploso alcuni colpi di pistola, ferendoli a morte.

Poi è entrato nell’abitazione dell’ex coniuge, dove vivono anche le tre figlie avute con lei, di 5, 7 e 10 anni. In casa c’erano anche l’altra figlia ventenne della donna, Chiara Matalone, ed il fidanzato della giovane, Domenico Tortorici, anch’egli ventenne, che vivevano in Calabria ed erano solo di passaggio a Brescia. Li ha uccisi mentre stavano dormendo.

Albanese è stato fermato da un carabiniere fuori servizio, l’appuntato scelto Ivano Gatti, del nucleo radiomobile di Brescia,che vive poco distante, svegliato dalle urla dei vicini. Quando il militare si è trovato per strada di fronte ad Albanese, quest’ultimo ha sparato altri due colpi sui corpi ormai esamini dell’ex moglie e del compagno. Poi ha rivolto l’arma contro se stesso, ma si è inceppata. A quel punto il carabiniere e Albanese hanno avuto una violenta colluttazione, fino a che il militare è riuscito a disarmarlo.

L’appuntato sceltoè riuscito anche a recuperare le chiavi dell’appartamento, una delle scene del crimine. Ha aperto la porta d’ingresso e si è trovato di fronte le tre bambine in lacrime. “Le ho accompagnate nel mio appartamento per affidarle alla mia convivente, che le bimbe conoscono bene, in attesa che arrivasse la squadra della questura”. Lo ha raccontato in un’intervista all’Ansa. Il militare conosceva Mario Albanese: “L’ho visto diverse volte, l’ho aiutato con la batteria della macchina. Era normale vederlo qua”, racconta Gatti. “Mario (l’omicida) mi diceva ‘mi ammazzo, fammi uccidere’, ma dopo diversi tentativi sono riuscito a togliergli la pistola”.

Sul posto gli agenti della squadra mobile di Brescia, coordinati dal pm Antonio Chiappani. Il killer, dinanzi agli inquirenti, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo è risultato positivo al narcotest: avrebbe assunto sostanze psicotrope, tuttavia si attende l’esito ufficiale degli accertamenti tossicologici nei prossimi giorni. Le tre figlie piccole della coppia sono state trasferite in questura.

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