Rapinavano ville in Campania: sgominata banda di albanesi

di Nicola Rosselli

 CASERTA. Drilon Ceni, 22 anni, Xheladin Kazani, 30 anni, e Muhamed Xheleshi, 23 anni, tutti albanesi, erano il terrore degli abitanti in ville ubicate in posti isolati.

Almeno cinque le rapine, messe a segno in diversi posti della Campania, da Fisciano (Salerno) a Montoro Inferiore (Avellino), a Apollosa (Benevento, dove hanno anche provocato la frattura di una costola ad una adolescente), a Succivo e Vairano Patenora (Caserta). I primi due sono stati arrestati dai carabinieri del nucleo territoriale di Aversa, coordinati dal colonnello Gianluca Vitagliano e dal tenente Giuseppe Fedele, tra Napoli e Acerra. Il terzo è ancora ricercato.

A loro carico una serie di rapine con l’aggravante della violenza e delle minacce. Stando a quanto ricostruito dai militari, i tre hanno agito sempre con lo stesso modus operandi: entravano nelle abitazioni unifamiliari, svegliavano gli occupanti o li addormentavano con anestetici spray, a seconda se avessero bisogno o meno della presenza dei proprietari per il rinvenimento di soldi, gioielli, auto e così via.

La storia ha inizio il 27 agosto del 2011 con il fermo dei tre ad un posto di blocco da parte dei militari della stazione di Sant’Arpino, a Succivo, mentre sono a bordo di una Fiat Brava. Nel corso della successiva perquisizione vengono rinvenuti dei guanti e due tessere sanitarie intestate a padre e figlio di Benevento, la cui abitazione era stata visitata da ladri il 25 agosto.

Grazie all’esame delle celle dei cellulari in uso ai tre, si accerta anche che essi, il giorno prima, il 24 agosto, avevano visitato una casa di Montoro Inferiore portando via diversi oggetti, soldi e una Smart; qualche giorno prima a Vairano Patenora era stata portata via da un cortile di un’abitazione un’Audi A4.

Il 3 agosto precedente una rapina a Fisciano, dove un giovane, mente i genitori, a causa del caldo, dormivano nel seminterrato, è stato immobilizzato con lenzuola, minacciato con una pistola, un cacciavite e una mazza da baseball e costretto a consegnare soldi , gioielli e altro.

Ancora, il 15 agosto, ad Apollosa, la rapina va in fumo grazie alla reazione dei due coniugi che reagiscono. I tre scappano e nella fuga si imbattono nella figlia adolescente della coppia che spingono con modi brutali provocando una caduta che le provocherà la frattura di una costola. Tutte le vittime, in diversi momenti, riconosceranno i tre quali autori dei colpi messi a segno.

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