Furto della reliquia di S.Eufemia: parla don Antonio

di Emma Zampella

Don Antonio LucarielloCARINARO. “Riportate in chiesa la reliquia di Sant’Eufemia e i soldi raccolti in suo nome”: questo l’unico appello del parroco, Don Antonio Lucariello, davanti alle telecamere di Pupia, …

… a seguito del furto consumatosi nella sera di venerdì, quando delle mani ignote hanno strappato dal petto della santa martire, patrona della comunità carinarese, il reliquiario, d’argento, contente un suo ossicino costellato da pietre di vari colori. Sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri che sono intervenuti sul posto immediatamente. Intanto, però, la guida spirituale di Carinaro ha voluto parlare apertamente ai fedeli di quello che è accaduto, non solo relativamente al furto sacrilego, ma anche in relazione a fatti, “atti intimidatori” si potrebbero dire, che lo hanno più volte visto protagonista Come lui stesso spiega “se si trattasse di un furto in piena regola, di quelli che vengono commessi per “far soldi”, la Chiesa è piena di oggetti d’oro e di alto valore. L’intento di chi ha compiuto questo gesto invece era ben altro”.

 Si voleva colpire la figura di Don Antonio? E perché mai? “In chiesa avrebbero potuto prendere tante cosa: la corona dell’Addolorata, la corona, la palma di Sant’Eufemia, ma non hanno preso nulla di tutto ciò. Si sono limitati al reliquario”, conferma il sacerdote. E prova ad essere più chiaro quando aggiunge: “Hanno mirato al reliquario della santa, perché già da diverso tempo vivo una situazione anomala. Da quando sono arrivato, a casa mia si sono verificati fatti di cui non riesco a darmi una spiegazione”. Oggetti lanciati nel giardino di casa, bottiglie di vetro infrante sul suo balcone, tegole lanciate dalla strada per colpirlo. Chi può avercela con il nuovo parroco? “Al momento io non avevo dato molta importanza a questi fatti. Ma quando è stata colpita la chiesa, la patrona e i sono stati rubati i soldi raccolti in suo nome, non ho potuto più tacere”.

Parla con rammarico di questo episodio Don Antonio che è ritornato dopo diversi anni nel suo paese in veste di parroco. Si sente ferito primacome figlio di quella santa martire, osannata, amata e venerata dal popolo tutto. Ha scelto l’altare della celebrazione eucaristica mattutina domenicale per raccontare i fatti e chiedere alle persone che hanno compiuto questo grave atto di farsi avanti, di incontrarsi per discutere del motivo di tale gesto. Non ha minimamente intenzione di cambiare l’andamento del suo operato né chiudere la chiesa ai fedeli: “La chiesa deve essere aperta perché fin da piccolo ho sempre cullato l’idea che ogni fedele possa entravi in ogni momento della giornata”. “Ho dei sospetti, ma lascio ai carabinieri fare le indagini. Mi dicono di non dire altro: i sospetti non sono certezze. Abbiamo qualche elemento”.

Il dolore più grande si legge proprio perché Don Antonio opera sul territorio, triplicando le forze e i suoi sforzi per di raggiungere ampi margini sociali: “C’è la mia voglia di lavorare come pastore”. Nonostante il ripetersi di fatti abbastanza gravi, non teme nessuno e continua a camminare per la sua strada portando a compimento la sua missione di padre spirituale. Durante la messa, il capo spirituale ha più volte sottolineato che “sta compiendo solo ciò che gli è stato chiesto. Mi hanno chiesto di venire a Carinaro e io ci sono venuto. Ma non cederò per niente al mondo a ciò che pretendono da me”. Al momento non è ancora arrivato un commento da parte del cardinale Crescenzio Sepe, che è stato aggiornato sul susseguirsi delle vicende. Il prelato farà visita ai carinaresi nel giorno del Lunedì dell’Angelo, quando celebrerà la santa messa mattutina.

Dopo le polemiche, Don Antonio ha potuto dare però una buona notizia ai fedeli: “La comunità avrà presto una nuova reliquia della santa. A possederla è un fedele che l’ha gentilmente donata, con molto entusiasmo, alla comunità tutta”. E confessa di aver perdonato chi ha commesso l’atto sacrilego.

Furto della reliquia, parla don Antonio – VIDEO

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