CASAL DI PRINCIPE. Nella notte tra il 17 e il 18 aprile ignoti hanno profanato la tomba di Don Peppe Diana, il sacerdote ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994.
Rubata la mano d’oro donata da don Luigi Ciotti, patron di Libera, in occasione del 15esimo anniversario delluccisione del parroco, posta davanti al sepolcro nella cappella di famiglia. Un oggetto simbolo di libertà e di pace. I ladri, che per entrare hanno forzato la porta dingresso della cappella del cimitero di Casal di Principe, hanno portato via anche la pisside (oggetto che conserva le ostie consacrate) che Don Peppino utilizzava per celebrare messa.
A scoprire il furto sacrilego è stato il fratello del sacerdote, Emilio, recatosi al cimitero nella mattinata di giovedì 19 aprile. Sul posto i carabinieri e gli uomini della Scientifica che hanno avviato le indagini per risalire agli autori e al movente del furto: un atto vandalico o unazione mirata? Il cognato di Don Peppe, ai microfoni di Pupia, esclude quest’ultima ipotesi.
Tuttavia, il dubbio resta per la strana coincidenza verificatasi nel pomeriggio quando nella chiesa di San Nicola di Bari, proprio quella di don Peppino, sono scomparsi un calice e una pisside: il primo si trovava sullaltare, laltra nel tabernacolo, le cui chiavi erano nascoste sotto la bibbia sullaltare. Ad accorgersi dellaccaduto don Franco Picone, intorno alle 18, mentre si preparava per celebrare la santa messa.
A seguire le immagini…
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