CASTEL VOLTURNO. Oreste Spagnuolo, braccio armato del bossGiuseppe Setola, tra i protagonisti più feroci della strage di Castel Volturno,si raccontanel libro Confessioni di un killer della giornalista de Il Mattino,Daniela De Crescenzo.
Il volume, edito da Lancora del Mediterraneo,ripercorre i ricordi di Spagnuolo: dalla sua infanzia ai primi furti, dallaffiliazione al clan ai plurimi omicidi, dalla vita in carcere fino ad oggi che è un collaboratore di Stato, ma non perché si sia realmente pentito, solo perché di nuovo ha preferito la scelta più comoda, spiega la giornalista.
Nel racconto, come un non luogo di narrazione, si staglia il territorio tra Castel Volturno e Casal di Principe, tristemente famoso per storie di morti ammazzati e camorra. Tra uomini e non-uomini, tra gente disumana e sangue, come una luce, unica, nel buio della morte, Gianluca, il carabiniere che, con coraggio e passione per il suo lavoro, arresta non solo Spagnuolo ma anche molti altri del clan.
La faccia di Spagnuolo, mentre lui parlava del suo arresto, lasciava intendere una sorta di orgoglio quando diceva Mha arrestat Gianluca, perché in fondo, nonostante Spagnuolo fosse solo un balordo, lo sapeva dentro di sé che Gianluca era meglio di lui e che il carabiniere era lunico volto dello Stato in cui si poteva riconoscere e che forse poteva rispettare.
Una storia, dunque, che narra di come un uomo arriva ad essere un non-uomo e di come, in fondo al tunnel, ci può essere un nuovo giorno per la popolazione campana, grazie soprattutto ad un pool di magistrati sempre in prima linea per combattere la criminalità organizzata.
Nell’intervista a seguire si possono ascoltare alcuni audio delle rivelazioni del pentito, che racconta della strage degli immigrati di Castel Volturno e di come il gruppo Setola avesse costretto persino il “capo dei capi” del clan dei Casalesi, Michele Zagaria, a versargli una tangente mensile.
“Confessioni di un killer”, intervista a Daniela De Crescenzo – VIDEO |