Lavoro, Monti: “Riforma storica”. Fornero: “Posto fisso non piu’ per sempre”

di Antonio Taglialatela

Monti e ForneroROMA. “Un riforma di rilievo storico per l’Italia”. Così il premier Mario Monti ha definito la riforma del mercato del lavoro, il cui ddl è stato trasmesso al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, prima di passare al vaglio del Parlamento.

In conferenza stampa, insieme al ministro del welfare, Elsa Fornero, Monti ha parlato di “una riforma che intende realizzare un mercato del lavoro inclusivo e dinamico. Una riforma per la crescita e per il lavoro”. Spiegando che la riforma delle pensioni viene considerata in tutto il mondo “un punto di avanguardia dell’economia e della società italiana”, il capo del governo ha ipotizzato che anche quella del lavoro possa avere analogo riscontro. “La decisione del governo mette anche in campo un ammodernamento delle rete di sicurezza universale rendendo più efficiente, coerente ed equo l’assetto degli ammortizzatori sociali”, ha spiegato Monti.

La Fornero, da parte sua, ha ritenuto che la riforma dà molti più vantaggi che svantaggi, soprattutto a livello macro, con quello che ha definito “un guadagno netto per la collettività”, ovvero “un mercato del lavoro capace di dare più occupazione”.“Abbiamo cercato di tenere conto degli interessi di tutto il Paese e non singole categorie. E di fare una riforma che sia per il medio e lungo periodo. Non è una riforma per il 2012 o il 2013. E’ una riforma che guarda al futuro”, ha spiegato la titolare del lavoro, che ha anche risposto, indirettamente, alle parole pronunciate martedì dal segretario della Uil, Luigi Angeletti, secondo cui gli italiani hanno il diritto di “licenziare senza giusta causa” la Fornero. “Saranno gli italiani – ha risposto Fornero – a decidere se questo ministro debba essere licenziato per giusta causa”.

ARTICOLO 18. L’articolo 18 cambierà e il posto di lavoro a tempo indeterminato non sarà più “per sempre”. Lo ha sottolineato il ministro Fornero. Con la riforma, ha detto il ministro, in futuro “il contratto tipico sarà il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. A vita? Dipende: attraverso una modifica equilibrata dell’articolo 18 non blindiamo più quel lavoratore a quel posto di lavoro, non è più suo per sempre, ci può essere un distacco”. Il giudice potrà intervenire a tutela dei lavoratori in caso di “licenziamenti ingiustificati di carattere discriminatorio”, ha poi chiarito Monti. Nel ddl, ha spiegato il premier, “si è accresciuta in misura rilevante la flessibilità in uscita, ma con una serie di garanzie che rispettano la necessità che i giudici del lavoro non entrino troppo in valutazioni che appartengono alla responsabilità del datore di lavoro e siano lì a tutelare lavoratori che fossero oggetto di licenziamenti ingiustificati di carattere discriminatorio”.

“RIDURRE AREA DI PRECARIETA'”. L’obiettivo principale, ha sottolineato il ministro, è che il contratto dominante diventi quello a tempo indeterminato, preceduto da un periodo di apprendistato. “Con una modifica equilibrata dell’articolo 18 – ha spiegato Fornero – non blindiamo più il lavoratore ad un singolo specifico posto di lavoro”. L’idea è quella di combattere il “dualismo” tra ipergarantiti e iperflessibili. “Vogliamo ridurre l’area della precarietà contrastando la flessibilità cattiva”, ha detto la responsabile del Welfare. Di qui anche la scelta di rendere più oneroso il contratto a tempo determinato, perché “è un fattore produttivo e i fattori produttivi si pagano”. Con conseguente recupero di risorse per il finanziamento dell’Aspi (assicurazione sociale per l’impiego) che coprirà gli ammortizzatori sociali.

COS’E’ L’ASPI. L’Aspi è un sussidio destinato a una vasta platea di lavoratori disoccupati, purché abbiano alle spalle almeno 52 settimane di contribuzione nell’arco dell’ultimo biennio. Dovrebbe entrare a regime tra il 2012 e il 2015. I beneficiari potranno essere tutti gli ex dipendenti delle aziende private (stabili e precari) ma anche gli impiegati pubblici che hanno lavorato con un contratto a termine o flessibile. L’ammontare iniziale del sussidio dovrebbe essere attorno a 1.119 euro (anche se non è ancora ben chiaro se si tratti di una soglia massima prevista per l’assegno o di un importo medio stimato dal governo). La durata del trattamento sarà di 12 mesi, che saliranno a 15 per i disoccupati con più di 58 anni di età. Dopo il primo semestre, l’importo dell’assegno dovrebbe scendere del 15% e di un altro 15% dopo altri 6 mesi (per chi, come gli ultra 58enni, beneficia del trattamento per un periodo più lungo). Una parte delle risorse dovrebbe essere raccolta anche aumentando la contribuzione a carico dei lavoratori e delle imprese, con una crescita delle aliquote nell’ordine dell’1,3% per i contratti di assunzione stabile e dell’1,4% per i precari.

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