Scontri Roma, nuovi arresti: presi black bloc che bruciarono blindato

di Redazione

 ROMA. 13 ordinanze cautelari, tra domiciliari e obbligo di presentazione, sono state eseguite nella mattinata di venerdì 20 aprile dagli agenti della Digos e dai carabinieri del Ros di Roma contro i responsabili dei disordini compiuti lo scorso 15 ottobre, nella capitale, durante il corteo degli “Indignati”.

Fra i destinatari dei provvedimenti – eseguiti tra Roma, Teramo, Ancona, Civitanova Marche (Macerata), Padova e Cosenza – ci sarebbero anche i responsabili dell’incendio del blindato dei carabinieri. Sono tutti accusati di “devastazione e saccheggio”e “resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale”, reati commessi nel corso della protesta che terminò in piazza San Giovanni con scontri tra forze dell’ordine e manifestanti.

Digos e Ros, coordinati dal pool antiterrorismo della Procura di Roma, sono riusciti a identificare i responsabili delle violenze e devastazioni a danno di numerosi istituti bancari, negozi, automobili e cassonetti, oltre che di alcuni uffici del ministero della Difesa in via Merulana. Due carabinieri rischiarono addirittura di morire nel rogo del loro blindato incendiato da alcuni “black bloc”. Numerose anche le perquisizioni effettuate nelle abitazioni degli indagati e di altri sospettati.

Gli autori delle violenze sarebbero interni all’area antagonista e anarchica nazionale, al movimento No Tav e di tifoserie ultrà: tra questi un gruppo proveniente dalla provincia di Teramo che sarebbe proprio quello dell’assalto al blindato dei carabinieri. Indagato anche un dipendente di una cooperativa che lavora per il Comune di Cosenza.

34, complessivamente, i provvedimenti restrittivi disposti dall’autorità giudiziaria e 8 i soggetti già condannati in primo grado, alcuni anche a pene pesanti (tra i 4 e 5 anni di reclusione con rito abbreviato), mentre 50 i denunciati su cui Ros e Digos stanno sviluppando le indagini.

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