MONDRAGONE. E aria di festa in campagna elettorale. 220 candidati a consigliere. Quasi l1% dei votanti. Una classe dirigente emergente, varia e motivata.
Come in tutte le campagne elettorali! Una folta schiera di cittadini interessati al Bene Comune. Professionisti della politica, amici dei professionisti, amici e sodali di chi non può comparire con il suo colletto bianco, occasionali comparse, portatori di interesse. Quale interesse? Mio, tuo, nostro, loro?! Non abbiate timore. È un mese di festa. Poi rimarranno lo 0,1% e la maggioranza dei candidati ritornerà nellanonimato di cittadini lamentosi per una politica sporca. Ciò che resterà sono le lotte tra bande. Già presenti. Tizio in coalizione con Caio che punta sul proprio cavallo per costringere Tizio a fare i conti con Caio. La storia si ripete, uguale a se stessa, in saecula saeculorum.
Come il voto, questo sconosciuto. Il voto è per lamico, il nipote, il cugino, per chi lha chiesto per prima, per chi mi ha fatto un piacere, per unattenzione mai avuta, per una pizza offerta con il sorriso. Ciò che dovrebbe essere la massima espressione della partecipazione, della scelta per il futuro proprio e dei figli, si riduce alla concessione di un attimo, alla gratificazione per una visita a casa, alla richiesta fallace di una promessa.
Fin qui lingenuità dei puri di cuore. Fatti furbo, sostengono altri. Alza il tiro. 70 euro, una ricarica, una bolletta pagata, una spesa alimentare, il pacchetto dei voti di famiglia per un lavoro mendicato. La ricompensa che dura un breve mattino a fronte di una delega che dura un lustro. Che valore ha il voto? Un segno di croce, un nome vergato.
E la storia si ripete. Protagonisti per un giorno, vittime per anni. Ma quanti candidati vorranno la costanza dellimpegno, dello studio e del sacrificio gratuito? Speriamo tanti, crediamo pochi. Quelli che poi saranno tacciati come i vecchi della Politica. Ma quanti vorranno esprimere la loro opinione, libera, autonoma, gratuita? Speriamo tanti, temiamo pochi. Scegliere è impegnativo. Essere liberi di scegliere, ancora di più. Come i tanti che si asterranno. Per ripulsa delle logore tradizioni. Per diffidenza ad urlare la propria esistenza di cittadini. Un abbandono del campo, per fuggire dal gravame di essere da una parte.
La campagna elettorale, un periodo di festa e di lotta tra bande. Una parentesi prima di ritornare nella disperazione del quotidiano. Una occasione per rivendicare identità e dignità. Per essere, vivere la libertà e la democrazia. Le elezioni, alzare la testa da protagonista o mendicare una pacca sulla spalla da chi noi ergiamo a potente? Il potere è nel voto, strumento della nostra scelta di cittadinanza attiva. Ora dipende da te.
Giancarlo Burrelli, candidato sindaco per Sinistra Ecologia e Libertà